sabato 18 dicembre 2010

Il vento della rivolta soffia impetuoso sull’Europa

Da un paio di anni l’intero continente, dall’Islanda ad Atene, da Londra all’Italia, dall’Irlanda alla Francia, ribolle di proteste e di dissenso verso quello che sta succedendo e continue si susseguono esplosioni spontanee di rabbia che assumono il volto di rivolte improvvise.
Rivolte espressioni non solo, come vorrebbero farci pensare i media, di periferie metropolitane piene di rancore, ma di un rifiuto crescente e diffuso di larghi settori di popolazione a piegarsi a diseguaglianze crescenti, a conformarsi tacendo ad un ‘Progresso’ che invece è un regresso, ad un gioco perverso condotto sulla pelle di milioni di cittadini europei non-privilegiati.
Proteste legittime, per quanto ancora confuse, ad ingiustizie ed imposizioni che si fanno ogni di giorno più odiose e insensate. E’ un qualcosa che riguarda, o dovrebbe riguardare, tutti!
Quale cittadino sano di mente desidererebbe per se, per la propria famiglia e per i propri figli un futuro di stenti dovuto a politiche sociali sempre più restrittive, ad un futuro fatto di precarietà, di disoccupazione e sottocupazione, di competizione esasperata, di ingiustizie e sperequazioni abissali?
Eppure è in questa direzione che ci stanno spingendo, pretendendo da noi continui sacrifici e l’assoluta obbedienza ad un processo che vedrà proprio noi tutti privati della nostra Libertà, dei nostri Diritti, magari faticosamente conquistati da chi è venuto prima di noi, barattati in cambio del Nulla, di merci inutili, di un consumismo fine a se stesso.
Da recenti sondaggi, risulta che il 66% degli intervistati, già in condizioni non proprio rosee, vede in senso peggiorativo il proprio futuro.
E infatti come non vedere che le decisioni delle classi politiche, che si parli di lavoro oppure di Diritto allo studio, sempre di più rispondono a logiche lontane dagli interessi delle Comunità e del Popolo che, in teoria, dovrebbero rappresentare, insensibili di fronte ai crescenti disagi delle moltitudini, sorde di fronte alle crescenti richieste di aiuto provenienti dal basso.
Generazioni di italiani e di europei svenduti sull’altare del Dio Unico Profitto, condannati ad un incubo a tempo indeterminato, alla precarietà totale, alla flessibilità criminale, all’incertezza, ad una situazione sociale disastrosa, alla paura del Futuro! E, quel che è peggio, senza prospettive di uscirne!
Ormai contano solo gli interessi di più o meno ristrette oligarchie globali di affari, di banche e finanzieri, gli unici detentori di Diritti nel mondo che stanno creando.
Tutto questo ha un nome, anche se molti, specie ‘a sinistra’, fingono di non vedere: GLOBALIZZAZIONE.
Un obiettivo perseguito da decenni da tutte le classi politiche di tutte le Nazioni europee, allineate totalmente, senza riserve e senza reali distinzioni tra partito e partito, senza reali alternative tra schieramento e schieramento, al modello mondialista, che non è solo diffusione planetaria di modelli di consumo e (dis)valori omogenei, ma nei fatti una vera e propria forma di dominio, che tutto pervade, distruggendo Culture e Tradizioni, annichilendo Libertà autentiche in nome di libertà posticce, il consumare per consumare, il vivere senza pensare, senza mettere in discussione le scelte fatte da altri (e a noi imposte).
Un vecchio adagio diceva: “la Democrazia, la Libertà, esiste laddove non c’è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi”. Ve la sentireste di dire che da noi si vive in una vera Democrazia?

Solidarietà a chi resiste!

Olanda

UK

Grecia

Italia

giovedì 9 dicembre 2010