sabato 27 febbraio 2010
giovedì 25 febbraio 2010
martedì 16 febbraio 2010
All’interno di questo contesto l’obiettivo primario del sistema mass mediatico è quello di dare forma alla pubblica opinione in modo tale che supporti (o comunque non avversi) l’agenda del Potere.
Visto che i media distribuiscono la maggior parte delle informazioni che gli individui utilizzano per farsi un’opinione circa quel che succede, in tal modo il ruolo ‘top-down’, dall’alto verso il basso, svolto dalla comunicazione di massa assume le sembianze di un agente di disinformazione e condizionamento che, attraverso la distribuzione di informazioni spesso distorte o contraddittorie, cerca di plasmare le idee e le percezioni politiche dei cittadini e di orientare le opinioni (e quindi il consenso) individuali e collettive.
Il flusso di informazioni distorte, modificate e manipolate nel contenuto e nella forma ha effetti pericolosi sulla visione dei cittadini meno informati, con gravi ripercussioni sulla Libertà di opinione e di pensiero.
Tale azione deformante si esplica in maniera particolare nei confronti di gruppi, movimenti, partiti o persone (magari economicamente sfavoriti, con scarso accesso al sistema dei media) dissonanti nei confronti del Sistema e che vogliano sfogare il proprio legittimo Diritto di Espressione in qualche modo.
L’utilizzo in questi casi di distorsioni, semplificazioni, manipolazioni, offuscamenti, verità parziali contribuiscono infatti alla creazione, diffusione ed al radicamento presso la maggioranza dei cittadini di un’immagine/percezione sostanzialmente ‘cattiva’/negativa delle Idee contrastanti e delle opinioni divergenti di questi soggetti non allineati (e quindi dei soggetti stessi).
Essendo inoltre davvero di rado esposto il punto di vista dei diretti interessati, tali soggetti, cittadini a pieno titolo come tutti gli altri, in tal modo vengono privati di un loro Diritto democratico, quello di esprimere dissenso radicale e di manifestare le proprie convinzioni e problematiche politiche e sociali. Queste voci vengono così escluse, e le persone che condividono questi punti di vista sono conseguentemente marginalizzate e rese ‘prive di potere’. Questa sensazione di impotenza, prodotta dalle manipolazione dei media, promuove quindi inazione e disinteresse nel processo politico.
Ottenendo come risultato finale la passività e l’asservimento del ‘popolo sovrano’.
I want you to get mad. I don’t want you to protest, I don’t want you to riot, I don’t want you to write to your congressman, because I wouldn’t know what to tell you to write. I don’t know what to do about the depression, the inflation, the Russians, or the crime in the streets. All I know is that first… You’ve got to get mad ~ Howard Beale (Quinto Potere – Sidney Lumet)
venerdì 12 febbraio 2010
Nonostante la maggioranza degli italiani (il 74%) sia contraria al cibo frankenstein, il più alto organo della “giustizia amministrativa” italiana, ha sentenziato il 19 gennaio 2010 (con sentenza depositata in Segreteria), almeno sulla carta, un punto a favore (e palla al centro) dei colossi del biotech.
Gira e rigira, la storia è sempre la stessa: le pressioni economiche e politiche sono enormi e le aziende interessate alla diffusione degli ogm, quelle che tirano le fila (sempre lo stesso discorso, con imposizioni calate per ordine dei burattinai) non sono le piccole società agricole, ma i più potenti gruppi della chimica e farmaceutica planetaria, i quali speculano e guadagnano miliardi di dollari ogni anno nelle sementi brevettate e nei pesticidi cancerogeni: Monsanto, Du Pont, Syngenta, Bayer Crop Science e Dow, cinque colossi multinazionali che se ne fregano di quello che pensano i cittadini.
Le scuse accampate da questi criminali sono sempre le stesse: dalla cura della fame nel mondo (i capitalisti salvatori del Mondo?), al tormentone neoliberista del ‘ripristino della libertà economica’ fino al più crudo (e reale) motivo che le biotecnologie sarebbero una condizione necessaria per tornare ad essere competitivi sul mercato.
La realtà è ben diversa, più cupa: oltre al ricavo di enormi profitti, quando saranno stati ‘strozzati’ tutti i coltivatori biologici (e anche quelli restii agli ogm, a causa dell’infestazione e diffusione a distanza delle spore: se un agricoltore biologico ha un vicino che coltiva il mais geneticamente modificato, come potrà impedire che la sua coltura venga inquinata dal polline? Alla faccia della ‘libertà’!!!), le corporations avranno nelle loro mani l’intera produzione di alimenti globale. Ed è innegabile che i prodotti geneticamente modificati sono l’esemplificazione di un’agricoltura omologata e quindi di prodotti alimentari omologati.
Controllando la produzione alimentare avranno ovviamente il controllo della vita di centinaia di milioni di persone.
Con un pensiero al futuro dominio globale e al controllo delle masse: se l’obiettivo primario è l’omologazione dell’umanità intera secondo i canoni delle multinazionali, una persona/Nazione affamata o ammalata o dipendente non è libera! MAI!
NO AGLI OGM!
venerdì 5 febbraio 2010
Delocalizzare gli impianti di produzione: i potentati economici e finanziari realizzano maggiori profitti, i lavoratori perdono i loro posti di lavoro.
Il capitalismo, l’ideologia di mercato, uccide l’uomo.
Il mercato non è e non deve costituire la finalità delle azioni umane.
Basta delocalizzazioni, difendiamo il lavoro italiano!
Verona, 4 Febbraio 2010: Glaxo annuncia chiusura centro ricerche
Sarebbe così a rischio il posto di 550 ricercatori. "L'annuncio della chiusura - riferisce Francesco Crespi, della Rsu di Glaxo Smithkline - è stato dato a Verona dalla stessa multinazionale farmaceutica. Lo smantellamento del centro ricerche rientra in un piano di tagli di circa 4000 posti di lavoro in tutto il mondo, metà dei quali nel settore ricerca e sviluppo""E' una notizia scioccante - dice Crespi - che ci è stata comunicata all'improvviso, in una giornata nella quale era stata organizzata una manifestazione contro il ventilato progetto di outsorsing". "Il Centro ricerche - aggiunge - era il fiore all'occhiello non solo per Verona, unica realtà italiana nella ricerca farmaceutica".Il rappresentante sindacale sottolinea che "GlaxoSmithkline ha motivato questa chiusura con il mancato raggiungimento degli obiettivi negli utili, che in un anno di crisi come il 2009 hanno toccato l'11% rispetto al previsto 14%". "Per una differenza così piccola - conclude Crespi - si lasciano a casa 550 persone, tutte laureate ed espressione dell'eccellenza, alle quali vanno aggiunti un centinaio di lavoratori nella produzione. L'azienda ha garantito il mantenimento dell'occupazione fino alla fine dell'anno".
SMASH CAPITALISM!