venerdì 31 dicembre 2010
sabato 18 dicembre 2010
Il vento della rivolta soffia impetuoso sull’Europa
Da un paio di anni l’intero continente, dall’Islanda ad Atene, da Londra all’Italia, dall’Irlanda alla Francia, ribolle di proteste e di dissenso verso quello che sta succedendo e continue si susseguono esplosioni spontanee di rabbia che assumono il volto di rivolte improvvise.
Rivolte espressioni non solo, come vorrebbero farci pensare i media, di periferie metropolitane piene di rancore, ma di un rifiuto crescente e diffuso di larghi settori di popolazione a piegarsi a diseguaglianze crescenti, a conformarsi tacendo ad un ‘Progresso’ che invece è un regresso, ad un gioco perverso condotto sulla pelle di milioni di cittadini europei non-privilegiati.
Proteste legittime, per quanto ancora confuse, ad ingiustizie ed imposizioni che si fanno ogni di giorno più odiose e insensate. E’ un qualcosa che riguarda, o dovrebbe riguardare, tutti!
Quale cittadino sano di mente desidererebbe per se, per la propria famiglia e per i propri figli un futuro di stenti dovuto a politiche sociali sempre più restrittive, ad un futuro fatto di precarietà, di disoccupazione e sottocupazione, di competizione esasperata, di ingiustizie e sperequazioni abissali?
Eppure è in questa direzione che ci stanno spingendo, pretendendo da noi continui sacrifici e l’assoluta obbedienza ad un processo che vedrà proprio noi tutti privati della nostra Libertà, dei nostri Diritti, magari faticosamente conquistati da chi è venuto prima di noi, barattati in cambio del Nulla, di merci inutili, di un consumismo fine a se stesso.
Da recenti sondaggi, risulta che il 66% degli intervistati, già in condizioni non proprio rosee, vede in senso peggiorativo il proprio futuro.
E infatti come non vedere che le decisioni delle classi politiche, che si parli di lavoro oppure di Diritto allo studio, sempre di più rispondono a logiche lontane dagli interessi delle Comunità e del Popolo che, in teoria, dovrebbero rappresentare, insensibili di fronte ai crescenti disagi delle moltitudini, sorde di fronte alle crescenti richieste di aiuto provenienti dal basso.
Generazioni di italiani e di europei svenduti sull’altare del Dio Unico Profitto, condannati ad un incubo a tempo indeterminato, alla precarietà totale, alla flessibilità criminale, all’incertezza, ad una situazione sociale disastrosa, alla paura del Futuro! E, quel che è peggio, senza prospettive di uscirne!
Ormai contano solo gli interessi di più o meno ristrette oligarchie globali di affari, di banche e finanzieri, gli unici detentori di Diritti nel mondo che stanno creando.
Tutto questo ha un nome, anche se molti, specie ‘a sinistra’, fingono di non vedere: GLOBALIZZAZIONE.
Un obiettivo perseguito da decenni da tutte le classi politiche di tutte le Nazioni europee, allineate totalmente, senza riserve e senza reali distinzioni tra partito e partito, senza reali alternative tra schieramento e schieramento, al modello mondialista, che non è solo diffusione planetaria di modelli di consumo e (dis)valori omogenei, ma nei fatti una vera e propria forma di dominio, che tutto pervade, distruggendo Culture e Tradizioni, annichilendo Libertà autentiche in nome di libertà posticce, il consumare per consumare, il vivere senza pensare, senza mettere in discussione le scelte fatte da altri (e a noi imposte).
Un vecchio adagio diceva: “la Democrazia, la Libertà, esiste laddove non c’è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi”. Ve la sentireste di dire che da noi si vive in una vera Democrazia?
Rivolte espressioni non solo, come vorrebbero farci pensare i media, di periferie metropolitane piene di rancore, ma di un rifiuto crescente e diffuso di larghi settori di popolazione a piegarsi a diseguaglianze crescenti, a conformarsi tacendo ad un ‘Progresso’ che invece è un regresso, ad un gioco perverso condotto sulla pelle di milioni di cittadini europei non-privilegiati.
Proteste legittime, per quanto ancora confuse, ad ingiustizie ed imposizioni che si fanno ogni di giorno più odiose e insensate. E’ un qualcosa che riguarda, o dovrebbe riguardare, tutti!
Quale cittadino sano di mente desidererebbe per se, per la propria famiglia e per i propri figli un futuro di stenti dovuto a politiche sociali sempre più restrittive, ad un futuro fatto di precarietà, di disoccupazione e sottocupazione, di competizione esasperata, di ingiustizie e sperequazioni abissali?
Eppure è in questa direzione che ci stanno spingendo, pretendendo da noi continui sacrifici e l’assoluta obbedienza ad un processo che vedrà proprio noi tutti privati della nostra Libertà, dei nostri Diritti, magari faticosamente conquistati da chi è venuto prima di noi, barattati in cambio del Nulla, di merci inutili, di un consumismo fine a se stesso.
Da recenti sondaggi, risulta che il 66% degli intervistati, già in condizioni non proprio rosee, vede in senso peggiorativo il proprio futuro.
E infatti come non vedere che le decisioni delle classi politiche, che si parli di lavoro oppure di Diritto allo studio, sempre di più rispondono a logiche lontane dagli interessi delle Comunità e del Popolo che, in teoria, dovrebbero rappresentare, insensibili di fronte ai crescenti disagi delle moltitudini, sorde di fronte alle crescenti richieste di aiuto provenienti dal basso.
Generazioni di italiani e di europei svenduti sull’altare del Dio Unico Profitto, condannati ad un incubo a tempo indeterminato, alla precarietà totale, alla flessibilità criminale, all’incertezza, ad una situazione sociale disastrosa, alla paura del Futuro! E, quel che è peggio, senza prospettive di uscirne!
Ormai contano solo gli interessi di più o meno ristrette oligarchie globali di affari, di banche e finanzieri, gli unici detentori di Diritti nel mondo che stanno creando.
Tutto questo ha un nome, anche se molti, specie ‘a sinistra’, fingono di non vedere: GLOBALIZZAZIONE.
Un obiettivo perseguito da decenni da tutte le classi politiche di tutte le Nazioni europee, allineate totalmente, senza riserve e senza reali distinzioni tra partito e partito, senza reali alternative tra schieramento e schieramento, al modello mondialista, che non è solo diffusione planetaria di modelli di consumo e (dis)valori omogenei, ma nei fatti una vera e propria forma di dominio, che tutto pervade, distruggendo Culture e Tradizioni, annichilendo Libertà autentiche in nome di libertà posticce, il consumare per consumare, il vivere senza pensare, senza mettere in discussione le scelte fatte da altri (e a noi imposte).
Un vecchio adagio diceva: “la Democrazia, la Libertà, esiste laddove non c’è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi”. Ve la sentireste di dire che da noi si vive in una vera Democrazia?
Solidarietà a chi resiste!
Olanda
UK
Grecia
giovedì 9 dicembre 2010
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