Negli ultimi tempi si fa un gran parlare della proposta del
M5S di RDC, come se fosse una novità nel panorama politico italiano. Ma
chi proviene da una certa storia politica ricorderà molto bene che già più di
20 anni fa, nel 1995, la Fiamma Tricolore aveva (ed ha tuttora) nel suo
programma la richiesta di introduzione di un Reddito Monetario di Cittadinanza
e che uno dei punti cardine dell’azione politica del MSFT già in quegli anni
era la proposta del salario minimo di inserimento sociale. Ciò grazie alla
sensibilità sociale e politica di un personaggio non convenzionale come Pino
Rauti, definito negli anni ‘70 dalla sovietica Pravda come un “incendiario
di anime”, espressione di un Nazionalismo rivoluzionario socialmente e
culturalmente alternativo alla ‘destra’ borghese funzionale ai diktat
neoliberisti! Un Nazionalismo che aveva nel concetto radicale di Giustizia
Sociale e nella messa in discussione del capitalismo i pilastri di una cultura
politica realmente riformatrice e attenta alle esigenze e ai bisogni delle
classi popolari e delle fasce più deboli della società (oggi in pauroso aumento)
spesso snobbate dai politicanti reazionari. Rauti già ai tempi era conscio che
uno dei problemi più grossi che attanagliano l’Italia è senza dubbio quello
della disoccupazione cronica, della disoccupazione involontaria permanente, e
che l’unica via per combattere adeguatamente questo cancro rimane quella del
reddito minimo! Una battaglia purtroppo dimenticata!
L'articolo sotto, del 1999, dimostra come già anche 20 anni fa la disoccupazione cronica fosse un problema rilevante nella nostra nazione. Oggi le cose sono peggiorate, ma poche, pochissime, sono le soluzioni proposte, purtroppo!