sabato 7 febbraio 2009

Sea Shepherd contro le baleniere giapponesi

Febbraio 2009 - Gli ambientalisti radicali di Sea Shepherd a bordo della Steve Irwin hanno raggiunto di nuovo la flotta baleniera giapponese con l'intento di fermare la caccia nel Southern Ocean Whale Sanctuary, nelle acque territoriali australiane. Il 3 febbraio sono stati oggetto di nuove tattiche deterrenti e due attivisti sono rimasti feriti. Il comandante della nave e fondatore del gruppo Paul Watson, accusato nel passato di aver provocato collisioni con la flotta e danni alle eliche, ha detto per telefono ai media australiani che contro gli attivisti sono stati usati cannoni ad acqua e lanciate pesanti palle di ottone e di piombo, che hanno ferito due persone a bordo di gommoni. Ci sono stati scontri tra le navi.

Watson ha detto che è specialmente preoccupato perché i giapponesi usano un'arma acustica di bassa frequenza, che ha definito "di tipo militare", che può causare sordità e vomito. Il portavoce dell'Istituto giapponese di ricerca sui cetacei, Glenn Inwood, ha replicato che "ogni mezzo legali sarà usato per assicurare che questi pirati non abbordino le navi giapponesi, minaccino la vita dell'equipaggio o la sicurezza delle navi".
Il piano di Watson è costringere le baleniere a muoversi. "Finché le inseguiamo, non possono uccidere balene, e ogni giorno in più è una vittoria", ha detto. Egli stima che la flotta abbia ucciso circa 300 balene su una quota di 1000, designata usando una scappatoia della Commissione baleniera internazionale sulla caccia 'scientifica' (massacri di esseri viventi a scopi scientifici!).
Il canadese Paul Watson ha annunciato che le azioni della Sea Shepherd non finiranno qui. Dal 1977, anno in cui lasciò Greenpeace in polemica con azioni secondo lui troppo poco aggressive, Watson ha speronato sei baleniere, e ne ha fatte affondare due tra i ghiacci dell'Islanda, guadagnandosi l'espulsione dalla lista dei gruppi ambientalisti della International Whaling Commission, l'organo che nel 1982 ha messo fuori legge la pesca ai cetacei, oggi assurdamente ammessa solo per ricerca scientifica.
Tokyo sta da tempo spingendo per una ripresa della caccia alla balena sostenendo che gli stock di questi cetacei sono in forte recupero dopo che nel 1986 é stata introdotta una moratoria globale sulla caccia commerciale alle balene, ma la verità è che il "programma scientifico" del Giappone nasconde una vera e propria caccia alla balena a fini commerciali (il cui fine unico è il PROFITTO), per rifornire il mercato nipponico di costosi filetti di cetaceo. Tre le prede previste dai giapponesi ci sono anche le megattere a rischio di estinzione.
Ma la battaglia per la difesa delle balene avrà a breve un altro scenario, passando dall’oceano alla riunione a Santiago del Cile dell’IWC, dove nel prossimo giugno si giocherà una partita diplomatica decisiva, dal momento che il Giappone preme per modificare le regole internazionali per riaprire la caccia alle balene.


CRIMINALI CAPITALISTI MASSACRATORI DI ESSERI VIVENTI A SCOPO PROFITTO CONTRO PIRATI IDEALISTI DIFENSORI DI CREATURE SENZA VOCE!

LA LOTTA CONTINUA!
NO SURRENDER!

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