sabato 27 giugno 2009

BUSINESS AS USUAL
Su CorriereEconomia dell’8 giugno è comparsa un’interessante intervista ad Alberto Clò, economista all'Università di Bologna, direttore della rivista Energia ed ex ministro dell'Industria nel governo Dini.
Nell’analizzare il paradosso di un'economia in calo e di quotazioni del greggio (ma pure delle altre materie prime) che da dicembre ad oggi sono praticamente raddoppiate, Clò analizza il continuo ruolo speculativo della Finanza (il cui massiccio intervento è la causa principale della crescita insensata del prezzo delle materie prime; un'ondata speculativa simile a quella che ha portato prima alla crisi finanziaria e poi a quella economica).
Come dice Clò, ‘a partire dal gennaio scorso assistiamo a una divaricazione tra l'economia reale, che segna una forte caduta della domanda di petrolio, prevista per il 2009 in calo di 2,5 milioni di barili al giorno, e l'andamento dei prezzi, che salgono raddoppiando dal dicembre scorso a oggi a valori poco al di sotto dei 70 dollari, con prezzi a termine ancora superiori. Nel solo mese di maggio sono cresciuti del 30%’.

Tutto ciò a conferma di come si sia parlato a sproposito di ‘crisi del capitalismo’, mentre nel contempo si sia in presenza di una continua manipolazione ad opera delle oligarchie finanziarie globali, pronte a ricominciare come niente fosse i giochetti speculativi, approfittando delle tante scappatoie permesse dalle pseudo riforme della Casa Bianca e da tutti i governi mondialisti (nelle due versioni internazionalista-progressista e turbo-capitalista) che rischiano concretamente di causare un ennesima crisi globale (che tanto sarà pagata duramente solo dai meno abbienti).
Inutile dirlo: la casta dei banchieri e dei finanzieri non ha imparato la lezione! E questo perché il sistema capitalista non è riformabile, in alcun modo!

Inoltre, Clò parla della nuova icona del mondialismo globale, ossia Obama.
Alla domanda del giornalista ‘Qualcosa è cambiato con Barack Obama?’, l'ex ministro non nasconde qualche scetticismo: “Finora il presidente ha lanciato soprattutto grandi annunci sulla green economy e sull'aumento dei finanziamenti per le energie rinnovabili. Utili, certo, però marginali e di lungo periodo. Ben poco invece ha fatto per aumentare la trasparenza dei mercati e ridurre le manipolazioni». In qualche modo Obama e il suo staff stanno lasciando intatto il «sistema Wall Street», con i suoi pregi e i suoi molti difetti, confermando nei critici della Casa Bianca come il Nobel Paul Krugman la convinzione che il giovane presidente sia in realtà il volto nuovo del vecchio establishment finanziario americano, che all'idea di cambiare strada punta i piedi.”

Siamo di fronte all’ennesima truffa Made in USA ai danni dei sempliciotti di mezzo mondo (che purtroppo sono sempre pronti ad inghiottire le menzogne provenienti da oltre oceano), alla pari dell’altra pseudo-icona dei progressisti globali anni ‘90, Bill Clinton, l’artefice numero uno della globalizzazione economica e il principale responsabile della crisi economica attuale (fu lui infatti, anche se ciò viene tenuto nascosto, a firmare nel novembre 1999 il «Financial services modernization act» che diede un colpo mortale alle regole finanziarie del New Deal, estendendo enormemente la deregolamentazione nel campo finanziario), ma presentato come un 'grande progressista'!

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