Segnaliamo volentieri il sito degli Aut. N. di Rimini:
giovedì 30 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
Battaglia in Val di Susa!
Solidarietà ai No Tav!
Un blitz scattato all'alba, con centinaia di uomini e mezzi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale, ha smantellato il presidio che i militanti No-Tav avevano realizzato nei boschi della Maddalena di Chiomonte (Torino), per impedire l'avvio dei lavori. Negli scontri ci sono stati oltre trenta feriti, ma nessuno in modo grave. «Abbiamo perso un round, non la guerra», ha commentato il leader dei No-Tav, Alberto Perino.
Il blitz è scattato da più punti, all'alba, subito dopo la chiusura al traffico dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia: le ruspe, scortate da decine di agenti, hanno abbattuto le barricate che i militanti avevano costruito per bloccare i punti di accesso alla Maddalena, in particolare alla Centrale Elettrica e all'altezza della galleria Ramats. C'è stato un fitto lancio di pietre, rami, tronchi di alberi e altri oggetti contro le pale meccaniche e gli agenti, che hanno lanciato decine di lacrimogeni. A quel punto i manifestanti sono fuggiti nei boschi, hanno devastato alcune vigne, si sono sistemati nella zona di un'area archeologica per poter continuare a lanciare pietre e altri oggetti da una posizione più favorevole, hanno dato fuoco a balle di paglia e cosparso la strada di chiodi a quattro punte e liquido oleoso.
Le ruspe hanno continuato a salire verso la Maddalena; altri lacrimogeni sono stati lanciati verso l'area centrale del presidio No-Tav; i manifestanti sono fuggiti di nuovo e l'area è stata consegnata all'impresa che avvierà i lavori. Fra forze dell'ordine e attiviti No-Tav non ci sono stati contatti diretti, ma 28 agenti sono rimasti feriti (23 sono stati medicati sul posto; cinque sono stati portati in ospedale a Torino), mentre quattro attivisti No-Tav si sono fatti medicare al posto di pronto soccorso allestito alla Maddalena. Molti attivisti sono stati intossicati dal fumo.
Il blitz è scattato da più punti, all'alba, subito dopo la chiusura al traffico dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia: le ruspe, scortate da decine di agenti, hanno abbattuto le barricate che i militanti avevano costruito per bloccare i punti di accesso alla Maddalena, in particolare alla Centrale Elettrica e all'altezza della galleria Ramats. C'è stato un fitto lancio di pietre, rami, tronchi di alberi e altri oggetti contro le pale meccaniche e gli agenti, che hanno lanciato decine di lacrimogeni. A quel punto i manifestanti sono fuggiti nei boschi, hanno devastato alcune vigne, si sono sistemati nella zona di un'area archeologica per poter continuare a lanciare pietre e altri oggetti da una posizione più favorevole, hanno dato fuoco a balle di paglia e cosparso la strada di chiodi a quattro punte e liquido oleoso.
Le ruspe hanno continuato a salire verso la Maddalena; altri lacrimogeni sono stati lanciati verso l'area centrale del presidio No-Tav; i manifestanti sono fuggiti di nuovo e l'area è stata consegnata all'impresa che avvierà i lavori. Fra forze dell'ordine e attiviti No-Tav non ci sono stati contatti diretti, ma 28 agenti sono rimasti feriti (23 sono stati medicati sul posto; cinque sono stati portati in ospedale a Torino), mentre quattro attivisti No-Tav si sono fatti medicare al posto di pronto soccorso allestito alla Maddalena. Molti attivisti sono stati intossicati dal fumo.
NO TAV!
venerdì 10 giugno 2011
Borghezio malmenato al Bilderberg
Ha cercato di assistere ai lavori del Gruppo Bildelberg, un incontro annuale per inviti e non ufficiale, ma è stato bloccato e «malmenato». Protagonista della brutta avventura l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio. Il politico piemontese avrebbe voluto assistere ai lavori del club esclusivo e invece al bureau d'ingresso dell'Hotel Suretta di St. Moritz, nonostante si fosse presentato e avesse mostrato il tesserino dell'Europarlamento è stato fermato dagli uomini del servizio di sicurezza dell'organismo. «Ci hanno letteralmente presi a spintoni», racconta Borghezio che era accompagnato dal suo assistente parlamentare. «Mi hanno dato anche un colpo sul naso che ora è sanguinante: è stata un'aggressione violentissima, mi hanno portato fuori di peso e per un miracolo non sono caduto».
Dopo l'incidente, il parlamentare è stato fermato dalla polizia svizzera. «Nulla da eccepire sul loro comportamento, sono stati gentilissimi, ma non riesco a capire perché se la siano presa con noi: ci hanno portato via come malviventi, perquisendo anche la nostra macchina , dove ovviamente no è stato trovato nulla». Borghezio è convinto che l'accaduto smascheri «la reale natura di questa consorteria: il club di Bildelber è una società segreta e non un gruppo di persone che si riuniscono in modo riservato. Chiediamo che chi decide sui destini del mondo lo faccia in modo trasparente», attacca l'europarlamentare, dicendosi pronto a presentare denuncia. «E voglio aggiungere che non mi sarebbe dispiaciuto che, in una tale situazione, avessi ricevuto una telefonata delle autorità italiane».
Dopo l'incidente, il parlamentare è stato fermato dalla polizia svizzera. «Nulla da eccepire sul loro comportamento, sono stati gentilissimi, ma non riesco a capire perché se la siano presa con noi: ci hanno portato via come malviventi, perquisendo anche la nostra macchina , dove ovviamente no è stato trovato nulla». Borghezio è convinto che l'accaduto smascheri «la reale natura di questa consorteria: il club di Bildelber è una società segreta e non un gruppo di persone che si riuniscono in modo riservato. Chiediamo che chi decide sui destini del mondo lo faccia in modo trasparente», attacca l'europarlamentare, dicendosi pronto a presentare denuncia. «E voglio aggiungere che non mi sarebbe dispiaciuto che, in una tale situazione, avessi ricevuto una telefonata delle autorità italiane».
Comunicato di solidarietà da parte dei Volontari Verdi canavesani:http://vvcanavese.blogspot.com/2011/06/solidarieta-borghezio-e-bastoni.html
giovedì 9 giugno 2011
Partito Democratico: militarizzare la Val di Susa!
Il Partito Democratico, a riconferma della sua aperta vocazione a favore delle potenti lobby che governano globalmente l’economia e la finanza, a Torino si è espresso per la militarizzazione della Valle di Susa, proponendo che l'esercito presidi quel territorio e che il luogo in cui deve sorgere il cantiere diventi sito strategico quindi vietato a chicchessia!
Criminalizzazione del dissenso e militarizzazione del territorio: è questo il modo in cui tali ‘democratici’ intendono affrontare eventuali opposizioni locali e resistenze contro il business e le imposizioni dall’alto! Una utile lezione per il futuro che ci aspetta quando questi figuri saranno al governo!
Criminalizzazione del dissenso e militarizzazione del territorio: è questo il modo in cui tali ‘democratici’ intendono affrontare eventuali opposizioni locali e resistenze contro il business e le imposizioni dall’alto! Una utile lezione per il futuro che ci aspetta quando questi figuri saranno al governo!
mercoledì 1 giugno 2011
Non farti portare via l'acqua: VOTA SI!
Mobilitarsi tutti contro la privatizzazione dell'acqua e sostenere così le ragioni del "si" ai due referendum per l'abolizione delle norme che permettono ai privati di gestire l'acqua pubblica!
Sete di profitto - Le banche mettono le mani sull’acqua
Il mondo della finanza, istituti di credito in testa, non si lascerà sfuggire l’occasione d’oro offerta dal governo, che ha dato vita ad una privatizzazione forzata del comparto idrico. Che dovrà concludersi entro il 2015.Sete di profitto - Le banche mettono le mani sull’acqua
Manovre che segnalano gli appetiti del mondo creditizio verso un boccone troppo ghiotto per farselo sfuggire, specie in periodi di vacche magre. E il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, lo ha offerto su un piatto d’argento con un decreto del 2009, poi convertito in legge, avviando una vera e propria privatizzazione forzata del comparto. Infatti entro il 2015 i comuni dovranno scendere al 30% nelle società quotate in Borsa (al 40% entro giugno 2013), mentre nelle aziende a totale capitale pubblico l’azionista privato dovrà salire al 40% entro quest’anno. In caso contrario scatta l’obbligo di gara per l’affidamento del servizio.
Una rivoluzione per il settore, che riverserà in Borsa partecipazioni per oltre due miliardi di euro nei prossimi tre anni e mezzo, rimettendo in gioco gli attuali assetti proprietari. Sempre che il referendum non rovini la festa!
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