Mobilitarsi tutti contro la privatizzazione dell'acqua e sostenere così le ragioni del "si" ai due referendum per l'abolizione delle norme che permettono ai privati di gestire l'acqua pubblica!
Sete di profitto - Le banche mettono le mani sull’acqua
Il mondo della finanza, istituti di credito in testa, non si lascerà sfuggire l’occasione d’oro offerta dal governo, che ha dato vita ad una privatizzazione forzata del comparto idrico. Che dovrà concludersi entro il 2015.Sete di profitto - Le banche mettono le mani sull’acqua
Manovre che segnalano gli appetiti del mondo creditizio verso un boccone troppo ghiotto per farselo sfuggire, specie in periodi di vacche magre. E il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, lo ha offerto su un piatto d’argento con un decreto del 2009, poi convertito in legge, avviando una vera e propria privatizzazione forzata del comparto. Infatti entro il 2015 i comuni dovranno scendere al 30% nelle società quotate in Borsa (al 40% entro giugno 2013), mentre nelle aziende a totale capitale pubblico l’azionista privato dovrà salire al 40% entro quest’anno. In caso contrario scatta l’obbligo di gara per l’affidamento del servizio.
Una rivoluzione per il settore, che riverserà in Borsa partecipazioni per oltre due miliardi di euro nei prossimi tre anni e mezzo, rimettendo in gioco gli attuali assetti proprietari. Sempre che il referendum non rovini la festa!
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