La campagna elettorale di questo inizio 2018 ci conferma alcune tendenze ormai in atto da tempo: l'egemonia culturale e politica del neoliberismo imperante, nelle sue forme progressista e destrista. Se avete notato, si parla di tutto, dalle solite tasse da abbassare per le imprese (ormai gli unici veri referenti della politica tutta) ai soliti refrain sugli immigrati (che tanto nessuno, ma proprio nessuno farà mai nulla per bloccare i flussi irregolari! Ve li immaginate certi politicanti, referenti delle aziendine esportatrici, bloccare quella che è una vera e propria manna che serve a far calare gli stipendi e a fornire legioni di disperati tanto utili agli imprenditori? Ma figuratevi!) ma poco o nulla su disoccupati (7,7 milioni di italiani) e poveri (milioni anche quelli). Come se non esistessero. Gli italiani disagiati e impoveriti sono come scomparsi dal dibattito politico. E magari qualcuno spererebbe anche spariti dall'Italia. Forse povertà e disoccupazione sono temi ormai fuori moda, non fa chic parlare di queste cose. Non piace al governo, perchè dimostrerebbe l'inutilità delle misure attuate (a cominciare dal REI, misura vergognosa e direi pure discriminante, visto che fa differenze tra povero e povero, caso unico in Europa!), e non piace all'opposizione, che evidentemente non ha nessuna intenzione di intervenire, se vincesse, su questi problemi. Ma neppure i partiti minori mettono al centro dei loro discorsi questi temi, privilegiando tematiche più consoni al sistema o addirittura radical-chic! Insomma, in epoca di globalizzazione rampante e capitalismo totale nessuno si interessa del presente e del futuro di milioni di italiani non privilegiati. La nostra speranza è che questi milioni di italiani non si facciano prendere in giro, delegando a politicanti a cui non frega nulla di certi problemi, e capiscano che questo sistema non si può riformare ma solo cambiare!
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