Embraco
(che sul suo sito web si autodefinisce “antesignana della globalizzazione”, il
che la dice lunga) è il tipico esempio di come agiscono le multinazionali
straniere in Italia: arrivano, comprano (spesso a prezzi stracciati) aziende
italiane o pezzi di esse, arraffano fiumi di fondi pubblici e agevolazioni
fiscali (che in Italia, paese in cui tutti gli imprenditori stanno sempre a
piangere miseria e lamentarsi delle tasse, sono garantiti a chiunque senza
dovere nulla in cambio) e poi, dopo aver per bene depredato tutto il possibile,
se ne vanno all’estero, delocalizzando la produzione, ovviamente dopo aver
fatto formare i lavoratori stranieri dai più esperti italiani e portandosi via
i macchinari! Con tanti saluti ai quasi 500 lavoratori italiani che negli anni
scorsi avevano già fatto molti sacrifici per evitare chiusure. Secondo quanto
detto da Regione Piemonte, Embraco avrebbe incassato la bellezza di 15 milioni
di euro. Secondo noi questi soldi devono essere restituiti in blocco e devono
essere confiscati tutti i macchinari e tutte le strutture, a cui si deve
aggiungere l’imposizione di un dazio ad hoc per i prodotti Embraco-Whirlpool in
rientro in Italia. Anche se l’UE è contraria! Basta con l’arroganza dei
capitalisti mondialisti, difendiamo l’Italia e il lavoro italiano!
giovedì 22 febbraio 2018
sabato 17 febbraio 2018
Globalizzazione, non un fenomeno ineluttabile!
“La globalizzazione economica, politica, culturale e dei
costumi di tutti i Popoli della Terra –il Mondialismo- non è quindi un fenomeno
‘naturale’ o necessario o ineluttabile determinato dalle leggi interne di un
qualche inarrestabile ‘sviluppo’ del mondo
da un punto di partenza a un punto di arrivo (Nuovo Ordine Mondiale,
fine della Storia, regno di Dio, Comunismo Mondiale o qual altro scenario
apocalittico). La Globalizzazione non è nella ‘logica delle cose’: essa non è
un processo inevitabile, oggettivo e autonomo a cui occorre adeguarsi come a un’irrevocabile
volontà divina (di quale dio?). La globalizzazione è solo l’obiettivo pratico e
deliberato che uomini concreti, organizzazioni con tanto di nome e di sede
legale, sistemi informativi, massmediali ed editoriali vogliono raggiungere per
il proprio potere personale e di gruppo.” (‘Dominio globale. Liberoscambismo e
globalizzazione’, G. Santoro, Editrice Barbarossa, 1998)
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