La pandemia di coronavirus ha posto diverse domande, tra tutte una in particolare: siamo di fronte ad una sorta di arma etno-biologica, un patogeno geneticamente modificato, il prodotto della follia che pervade l'ingegneria genetica? Se i teorici della Revolution in Military Affaire (RMA) contemplano da anni la possibilità della "Guerra Genomica" ("una guerra
condotta nel campo della genetica. Si tratta di individuare, nella
mappa dei geni (DNA) di un popolo/etnia, i punti deboli da attaccare
mediante virus e batteri, frutto di biotecnologie"), a metà degli anni '90 la dottoressa Vivienne Nathanson affermò che era possibile produrre armi biologiche che abbiano come bersaglio un gruppo umano geneticamente specificato e nel 2001 durante un'audizione di fronte all'House Committee on Government
Reform (USA) sul tema "Preparing a Medical Response
to Bioterrorism" la Dr.ssa Meryl Nass così si esprimeva riguardo alle
prospettive di sviluppo di armi biologiche di nuovo tipo: si riferiva nello specifico a "microorganisms, which could be developed now or in
the foreseeable future. These might, for example, apply advances in
knowledge of the human genome, and genetic variability among different
populations, to create organisms specifically tailored to certain groups
or military needs. Examples might be a bacterium that secretes
cytokines causing autoimmune diseases, but would only affect those of
Scandinavian descent, or a gastrointestinal infection that produces
sterility. In each case, autoimmune destruction of tissue would be
irreversible". Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro?
La mappa di incidenza del coronavirus:
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