Prendiamo spunto da un volantinaggio compiuto dagli Autonomi Nazionalisti Supporter group di Torino ( http://anstorino.altervista.org/blog/ ) e dall'articolo pubblicato dagli amici di Stop Capitalismo per esprimere la nostra solidarietà agli operai Fiat sotto attacco!
Pubblichiamo anche l'articolo apparso su Stop Capitalismo:
Prende il via quest'oggi il referendum tra i lavoratori sull'accordo per Mirafiori.
Ma si può considerare una libera scelta quella fatta sotto 'ricatto' di possibile delocalizzazione degli impianti?
Se per un attimo si va oltre al solo caso Fiat e alle questioni relative alle nuove norme in merito alle turnazioni (che prevedono più notturni e più straordinari), ai permessi malattia e all'abolizione delle pause, fatti che di per se confermano l’onda lunga del processo in atto che sta portando tutti i lavoratori verso una progressiva perdita dei Diritti acquisiti in decenni di lotte e un peggioramento complessivo delle condizioni lavorative (che, ricordiamo, sono in corso in Italia, ma non solo, da due decenni circa. Si pensi solo alla vergogna diffusa del lavoro flessibile/interinale, introdotto dal centro-sinistra di Prodi nel periodo 1997-98 con il pacchetto Treu, all’epoca, lo ricordiamo bene, NON CONTESTATO DA QUASI NESSUNO!) è facile vedere come la situazione specifica si possa ricollegare ad una dimensione più ampia, sottovalutata da anni (specie dalle persone di sinistra): la globalizzazione neoliberista!
E’ innegabile che l’attuale forma di Capitalismo globalizzato, il Turbocapitalismo, si basi sempre più sul ‘Modello Cinese’, cioè sul ‘Capitalismo Totalitario’, sul capitalismo come strumento di dominio.
Si può ormai tranquilamente parlare di DITTATURA DEL CAPITALISMO, un sistema in cui in nome del profitto (di pochi) e di poca crescita in più vengono sacrificati tutti gli obiettivi sociali, politici e culturali, e dove in maniera crescente si trasferisce il potere dalle pubbliche autorità (espressioni, così dovrebbe essere, della volontà dei cittadini) agli interessi economici privati delle élites mondialiste.
Tutti i mali odierni (che in un futuro molto prossimo aumenteranno e si estenderanno tra la popolazione) dipendono dal processo di globalizzazione in atto da decenni.
Processo che ha portato ad un’economia globale sempre più turbocapitalista, in cui competizione esasperata, ritmi vorticosi e allucinanti, assenza di regole e peggioramento delle condizioni generali la fanno da padrone!
Questo è il vero volto del mondialismo, della globalizzazione: un sistema che permette alle oligarchie globali di accumulare profitti immensi ai danni di tutti i Popoli del mondo, Europei in primis, che si vedono portare via le fabbriche e il lavoro e, con essi, in assenza di alternative, il Futuro, finendo sotto ricatto (poiché di questo si tratta) per cercare di conservare quel poco che resta!
Ma non si illudano gli attuali ‘benestanti’: tale processo non guarda in faccia nessuno e ben si sa che per ogni buon affare fatto (specie per le oligarchie), inevitabilmente ci deve essere una gran perdita subita in qualche altra parte! Qualcuno deve sempre pagare l’accumulo dei soliti noti!
Nessuno quindi (a meno che non si faccia parte della sempre più ristretta cerchia delle oligarchie e dei loro servi) è al riparo dalla tempesta che si sta estendendo.
In una società basata sul denaro è bene ricordare che il denaro ‘non olet’, non può attenersi a regole morali di nessun tipo e si presta molto facilmente a seguire logiche e meccanismi sempre più perversi.
Il turbocapitalismo è come un domino e domani toccherà sicuramente a qualcun altro dover cedere pezzi della propria vita per permettere agli oligarchi di incassare ulteriori profitti!
Prende il via quest'oggi il referendum tra i lavoratori sull'accordo per Mirafiori.
Ma si può considerare una libera scelta quella fatta sotto 'ricatto' di possibile delocalizzazione degli impianti?
Se per un attimo si va oltre al solo caso Fiat e alle questioni relative alle nuove norme in merito alle turnazioni (che prevedono più notturni e più straordinari), ai permessi malattia e all'abolizione delle pause, fatti che di per se confermano l’onda lunga del processo in atto che sta portando tutti i lavoratori verso una progressiva perdita dei Diritti acquisiti in decenni di lotte e un peggioramento complessivo delle condizioni lavorative (che, ricordiamo, sono in corso in Italia, ma non solo, da due decenni circa. Si pensi solo alla vergogna diffusa del lavoro flessibile/interinale, introdotto dal centro-sinistra di Prodi nel periodo 1997-98 con il pacchetto Treu, all’epoca, lo ricordiamo bene, NON CONTESTATO DA QUASI NESSUNO!) è facile vedere come la situazione specifica si possa ricollegare ad una dimensione più ampia, sottovalutata da anni (specie dalle persone di sinistra): la globalizzazione neoliberista!
E’ innegabile che l’attuale forma di Capitalismo globalizzato, il Turbocapitalismo, si basi sempre più sul ‘Modello Cinese’, cioè sul ‘Capitalismo Totalitario’, sul capitalismo come strumento di dominio.
Si può ormai tranquilamente parlare di DITTATURA DEL CAPITALISMO, un sistema in cui in nome del profitto (di pochi) e di poca crescita in più vengono sacrificati tutti gli obiettivi sociali, politici e culturali, e dove in maniera crescente si trasferisce il potere dalle pubbliche autorità (espressioni, così dovrebbe essere, della volontà dei cittadini) agli interessi economici privati delle élites mondialiste.
Tutti i mali odierni (che in un futuro molto prossimo aumenteranno e si estenderanno tra la popolazione) dipendono dal processo di globalizzazione in atto da decenni.
Processo che ha portato ad un’economia globale sempre più turbocapitalista, in cui competizione esasperata, ritmi vorticosi e allucinanti, assenza di regole e peggioramento delle condizioni generali la fanno da padrone!
Questo è il vero volto del mondialismo, della globalizzazione: un sistema che permette alle oligarchie globali di accumulare profitti immensi ai danni di tutti i Popoli del mondo, Europei in primis, che si vedono portare via le fabbriche e il lavoro e, con essi, in assenza di alternative, il Futuro, finendo sotto ricatto (poiché di questo si tratta) per cercare di conservare quel poco che resta!
Ma non si illudano gli attuali ‘benestanti’: tale processo non guarda in faccia nessuno e ben si sa che per ogni buon affare fatto (specie per le oligarchie), inevitabilmente ci deve essere una gran perdita subita in qualche altra parte! Qualcuno deve sempre pagare l’accumulo dei soliti noti!
Nessuno quindi (a meno che non si faccia parte della sempre più ristretta cerchia delle oligarchie e dei loro servi) è al riparo dalla tempesta che si sta estendendo.
In una società basata sul denaro è bene ricordare che il denaro ‘non olet’, non può attenersi a regole morali di nessun tipo e si presta molto facilmente a seguire logiche e meccanismi sempre più perversi.
Il turbocapitalismo è come un domino e domani toccherà sicuramente a qualcun altro dover cedere pezzi della propria vita per permettere agli oligarchi di incassare ulteriori profitti!
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