Dobbiamo accettare dei compromessi nell'azione concreta e quotidiana, ma senza accettare le compromissioni nel pensiero. Già questa è una forma di resistenza. La resistenza mentale all'impresa del "lavaggio del cervello" da parte dei media e il dominio devastatore del "pensiero unico". Dunque dobbiamo resistere... se pensiamo che siamo imbarcati in una megamacchina che fila a gran velocità senza pilota e quindi condannata a fracassarsi contro un muro. Resistere significa allora, tentare di frenare, tentare di cambiare la direzione se è ancora possibile. "Come", in verità nessuno lo sa. Dobbiamo anche pensare di poter lasciare il bolide e saltare al momento opportuno: è questa la dissidenza. Nei tre casi, il territorio e il senso del limite sono molto importanti perché il patrimonio locale è la base della sopravvivenza, della resistenza e della dissidenza, così come è la sorgente del senso del limite. Se a breve termine la strategia della sopravvivenza è la più importante, a termine medio, lo sarà la strategia della resistenza e, a lungo termine, quella della dissidenza. (Serge Latouche)
mercoledì 23 febbraio 2011
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