Alla
faccia della «libera circolazione di uomini, merci e capitali», dogma che viene
sempre usato per colpire i Diritti dei cittadini, questa volta, in nome dei
profitti delle grosse corporation, con sentenza del 12 luglio, la Corte di
Giustizia della UE ha confermato il divieto di commercializzare le sementi
delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo
ufficiale europeo. Queste piante hanno nutrito la popolazione europea da
millenni. Ma è questo il nucleo di «progressismo» (di stampo turbocapitalista)
che è la dottrina ufficiale del potere eurocratico: l'esperienza
plurimillenaria che l'umanità si è tramandata (la «tradizione») non conta
nulla, non è che tenebra e sospetta superstizione; l'ultima parola cui dar
fiducia, in fatto disementi, è quella della «scienza», qual è rappresentata da
Monsanto, Syngenta e le relative lobbies da queste pagate). È il bello della
nuova forma di governo, la tecnocrazia pan-europea, che sta sostituendo i
governi eletti dopo averli esautorati, resi irresponsabili e privati della
sovranità nelle decisioni che contano.
Per intanto, la drastica riduzione delle varietà e la preferenza date alle artificiali che questa sentenza porta, non solo ridurrà ancor più la biodiversità, ma priverà l'alimentazione degli europei delle 15-30 mila sostanze (se ne scoprono di continuo di nuove) immuno-attivanti, anti-ossidanti, coenzimatiche, essenziali per la salute umana che si trovano nelle verdure e frutta naturali.
Per intanto, la drastica riduzione delle varietà e la preferenza date alle artificiali che questa sentenza porta, non solo ridurrà ancor più la biodiversità, ma priverà l'alimentazione degli europei delle 15-30 mila sostanze (se ne scoprono di continuo di nuove) immuno-attivanti, anti-ossidanti, coenzimatiche, essenziali per la salute umana che si trovano nelle verdure e frutta naturali.
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