Si è svolta ieri a Torino la protesta dei fattorini di
Foodora, l’azienda tedesca basata su una App che consegna a domicilio pasti
caldi. Come informa il loro comunicato: “Le decine di chilometri che maciniamo
ogni giorno, i rischi che corriamo in mezzo al traffico, i ritardi, la
disorganizzazione, i turni detti all’ultimo momento, venivano ripagati con 5
miseri euro all’ora, mentre adesso addirittura vengono pagati 2,70 euro per
ogni consegna effettuata, senza un fisso, con l’ovvia conseguenza che tutto il
tempo in cui non ci sono ordini non viene pagato, quindi è a tutti gli effetti
tempo regalato all’azienda”. Oltre a uno stipendio da fame, a carico del
lavoratore “ci sono pure la bici, lo smartphone e le spese telefoniche, gli
strumenti essenziali del nostro lavoro”. Eh già, i lavoratori di Foodora sono
infatti furbescamente inquadrati come “liberi professionisti che collaborano
con un’azienda”, anche se nei fatti sono a tutti gli effetti veri e propri
dipendenti, visto che sono obbligati a indossare le divise e sono sottoposti a
veri e propri rapporti gerarchici. Una follia permessa dalla legge dello Stato
italiano, ormai da anni totalmente asservito alle logiche sfruttatrici di
multinazionali e vampiri capitalisti, che vede specie i partiti progressisti, tutti
quanti, funzionali all’imposizione in Italia di un modello di sviluppo basato
unicamente su precarietà e semi-schiavitù!
Infatti Foodora non è che l’ennesimo esempio di cosa è nella
realtà la tanto esaltata ‘Sharing Economy’: sfruttamento allo stato puro! Da
tempo ci raccontano che “lo sviluppo delle applicazioni in sé crea lavoro,
anzi, crea molto lavoro”. Ma che tipo di lavori sono? A parte la solita
ristretta cerchia di privilegiati, ossia i creatori delle applicazioni, il
resto dei ‘lavori’ creati sono veri e propri ‘mac-lavori’, dove regnano la scarsa
umanità verso i dipendenti, i ritmi serrati, lo sfruttamento, gli stipendi da
fame, lo stress infinito, i continui sacrifici che non significano quasi mai
riconferma contrattuale.
Questa è la dirittura d’arrivo dell’economia capitalista: il
lavoro, precarizzato e fonte di crescenti ingiustizie sociali, ormai ridotto a
una scialuppa di salvataggio obbligata per sempre più persone più che a un
futuro di opportunità.
Ai lavoratori di Foodora va la nostra solidarietà! Basta con
lo sfruttamento di multinazionali avide e senza controlli!
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