L'immigrazione è da sempre promossa strutturalmente dal capitale! Da tutto il capitale, non solo, come cercano di darci a bere alcuni 'nazionalisti reazionari', dal 'capitalismo finanziario', ma anche e specie da quello manifatturiero, ossia dagli imprenditori, a tutti i livelli! Con l'afflusso continuo di immigrati i capitalisti (pienamente supportati dalla marmaglia progressista ormai completamente svenduta agli interessi della globalizzazione mondialista) sferrano un colpo durissimo ai Diritti dei lavoratori e dei non privilegiati nazionali, esercitando una pressione al ribasso su salari, sui diritti e sul welfare, ritrovandosi a competere con un 'esercito di riserva del capitale' importato e imposto.
Tutto ciò lo vediamo chiaramente in questi giorni negli USA: di fronte ad una politica che cerca di limitare l'invasione perenne di stranieri, troviamo uniti radical-marxisti, progressisti, sinistra radical chic, sinistra radicale (ormai voce unicamente di classi privilegiate) assieme a Wall Street, a multinazionali (Google, Starbucks, Airbnb, ecc), agli industriali e ai miliardari di Hollywood e dello star system! La global class descritta perfettamente da Costanzo Preve!
Quale soluzione a tutto ciò? Non solo tramite un blocco totale dell'afflusso di immigrati (le frontiere esistono ancora? Se si, vanno fatte rispettare!), ma anche introducendo tasse ad hoc su multinazionali, imprenditori, coop, banche, società finanziarie, enti solidaristi e associazioni che sostengono l'immigrazione (i quali, scommettiamo, saranno ben contenti di farsi carico dei costi di profughi, immigrati e rifugiati), per evitare che il conto dei deliri mondialisti sia pagato da lavoratori, disoccupati, non privilegiati e da chi sta in fondo alla scala sociale!
"L’immigrazione è un fenomeno padronale. Chi
critica il capitalismo approvando l’immigrazione, di cui la classe operaia è la
prima vittima, farebbe meglio a tacere. Chi critica l’immigrazione restando
muto sul capitalismo, dovrebbe fare altrettanto”. I due fenomeni si tengono,
rispondono alla stessa logica e uno è indispensabile all’altro." A. De Benoist