L'Italia cresce meno di Grecia e Portogallo. Questa la realtà delle prestazioni economiche nazionali. L'Italia, che nel 1991 era la quarta potenza mondiale e che tutt'oggi resta pur sempre la seconda potenza manufatturiera in Europa, oggi cresce meno di tutti nel continente. Ma ai nostri politici va bene così. Anzi, benissimo: "Avanti così" esorta il ministro Padoan. L'export tira, tira da matti, come i dati dei mesi scorsi confermano: esportazioni aumentate del 7,3%, raggiungendo i 330,7 miliardi di euro, mentre i tedeschi crescono del 6,4% e i francesi del 4,1%. Pochi stanno facendo profitti paurosi! Ma a differenza di Francia e Germania, così come di tutti gli altri paesi europei, il mercato interno italiano è un disastro, con i consumi al palo o in calo, il numero di disoccupati ormai stabile a due cifre, la precarietà che la fa da padrone in ogni ambito e un futuro tetro per sempre più italiani! Ma l'importante è che padroni e padroncini abbiano sempre a disposizione legioni di disperati senza futuro (e dove agli autoctoni si assommano sempre più immigrati, i quali, grazie anche a controriforme padronali come quella dell'Isee, si pappano ormai fette sempre più consistenti di welfare, lasciando a bocca asciutta i nativi), così da poter ridurre gli stipendi sempre più. Tanto loro esportano, che gli importa del mercato interno!
Un quadro che mostra un'Italia ormai ridotta al rango di 'repubblica delle banane': economia ormai centrata unicamente sull'export, con zero attenzioni al mercato interno. Altro che 'instabilità politica': sono la disoccupazione cronica dilagante (specie in età avanzata, tra i 35 e i 49 anni), il crollo dei consumi, la chiusura continua di attività commerciali, la precarietà permanente, l'assenza di ammortizzatori sociali adeguati e di un sistema di welfare decente a far colare a picco l'Italia. E purtroppo, nel desolante quadro politico attuale, non ci sembra di vedere alternative a questa deriva!
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