Nonostante
certe trionfali dichiarazioni dei precedenti governi il Belpaese, nonostante
rimanga la seconda potenza manufatturiera in Europa, si conferma saldamente ai
primi posti nella classifica europea dei paesi col maggior numero di
disoccupati.
Mentre a
livello nazionale finalmente pare che almeno a livello di discorso generale
qualcosa si muova, per quanto in maniera molto limitata, localmente parlando
sembra che la questione non sussista: si sente poco parlare di disoccupazione
ad Ivrea, come se la faccenda fosse limitata ad aree marginali e di poco conto.
Nonostante un certo disinteresse dell’amministrazione comunale in uscita per
questo problema, purtroppo la nostra zona non sfugge a questa tremenda realtà,
come mostrano i dati relativi ai numeri:
Un problema sociale enorme, con situazioni di disagio
piuttosto marcate! A cui non si è neppure tentato di dare risposte, neppure di
basso respiro. Oltretutto, c’è anche da notare come i dati mostrino una realtà
che stride duramente con la narrazione (propaganda) a cui siamo sottoposti da
tempo, ossia che la disoccupazione sia un problema limitato meramente ai
‘giovani’. Se si esaminano le varie classi di età, non è possibile non notare,
dai numeri, che le classi messe peggio sono quelle relative agli over-35:
La disoccupazione per gli over-35 è una piaga sociale che
nasce da una DISCRIMINAZIONE in atto, di cui ancora non esiste piena
consapevolezza nella società. Il numero dei disoccupati tra i 35 ed i 65 anni è
in costante aumento (in Italia le stime indicano circa 3 milioni e 500 mila
individui, tra disoccupati ed inattivi). Le offerte di lavoro, le poche
disponibili, sono quasi esclusivamente riservate agli under 35. E’ nella fascia
tra i 35 e i 49 anni che si è avuta la crescita maggiore della condizione di
povertà tra 2015 e 2017, fino ad oggi. Né giovani, né anziani. Persone che dopo
aver superato il passaggio infernale dell’ingresso nel mercato del lavoro, per
colpa di precarizzazione e licenziamenti non riescono a stabilizzarsi. Non a
caso, in questa fascia d’età si raccoglie il maggior numero di disoccupati di
lunga durata. Tra chi ha più di 35 anni e non ha un lavoro, in Italia più di un
milione sono alla ricerca da più di un anno (l’Italia ha cifre di disoccupati
cronici paurose: sei disoccupato, resti disoccupato! Abbiamo un numero di ‘SCORAGGIATI’
che è tre volte superiore alla media europea!). Una situazione che non dovrebbe
essere trattata con leggerezza, visto che si tratta di fasce di età nelle quali
la mancanza di reddito può pesare fortemente rispetto alle necessità di
sostentamento delle famiglie, in un paese dove follemente non esistono, a
differenza del resto d’Europa, forme di sostegno di lungo periodo ai
disoccupati, nel mentre l’età pensionabile che si alza sempre più.
A questo punto le possibilità sono due: o si continua, come
è stato fatto finora, a disinteressarsi del problema, con conseguenze
disastrose, o lo si comincia ad affrontate seriamente (ossia non come è stato
fatto col REI del precedente governo, misura inutile e inefficiente), con
interventi radicali (magari cominciando anche a usare meglio i Fondi Europei),
puntando sia a livello locale che nazionale sulla GIUSTIZIA SOCIALE e
intervenendo per ridurre le DISCRIMINAZIONI che colpiscono molti italiani ed
eporediesi!
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