Continuano le brutte notizie per l'Italia e per l'Europa: l'Istat ha rilevato che il tasso di disoccupazione in Italia a gennaio 2012 è al 9,2%, in rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di un punto su base annua. È il tasso più alto dal gennaio 2004 (ovvero l'inizio delle serie storiche mensili). Guardando alle serie storiche trimestrali è il più alto dal primo trimestre 2001. Non solo 'giovani' (come tenderebbero a mostrare i media), ma sempre di più persone dai 35/40 anni in su (la prima generazione che dal 1997-8 subì il lavoro a tempo), che vengono di fatto espulse in maniera definitiva dal mercato del lavoro.
E' allarme anche in Europa: la disoccupazione nell'eurozona si è attestata al 10,7% a gennaio, il livello più alto dal 1999. La previsione era del 10,4% rispetto al dato di dicembre rivisto al 10,6%. Il dato di dicembre è stato rivisto al rialzo rispetto alla stima precedente pari al 10,4%.
E' allarme anche in Europa: la disoccupazione nell'eurozona si è attestata al 10,7% a gennaio, il livello più alto dal 1999. La previsione era del 10,4% rispetto al dato di dicembre rivisto al 10,6%. Il dato di dicembre è stato rivisto al rialzo rispetto alla stima precedente pari al 10,4%.
Si conferma invece per l'ennesima volta l'inutilità delle vecchie ricette (più flessibilità, più libero mercato, blablabla) applicate dai politicanti: il fatto di trovarsi in una pesante situazione STRUTTURALE (e non quindi in una crisi passeggera) richiederebbe l'applicazione di strumenti radicali e fortemente antiliberisti e anticapitalisti, come il blocco totale delle delocalizzazioni e il ritorno a pesanti DAZI DOGANALI, che consentirebbero di bloccare le importazioni dai paesi neoschiavisti, di riaprire fabbriche localmente e di raccogliere i fondi necessari per concedere a tutti i disoccupati un sussidio di disoccupazione.
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