martedì 27 dicembre 2011
mercoledì 21 dicembre 2011
La ‘sinistra’ europeista-mondialista di oggi
Interessante articolo apparso su Informare per Resistere, ‘LAVORATORI DELL’EUROPA UNITEVI, AVETE DA PERDERE SOLO LE CATENE DELL’EURO’.
Ne pubblichiamo alcuni stralci.
In Italia il viceré dell’UE Mario Monti ha grosso modo ordinato di riformare le leggi sul lavoro, di rompere l’unione sindacale spostando le contrattazioni a livello aziendale e riscrivendo l’Articolo 18 che protegge i lavoratori dal licenziamento per ragioni economiche, la questione che ha portato all’omicidio di due riformatori del lavoro da parte della Brigate Rosse dal 1998.
Non ci sono dubbi che l’Italia debba prendere di petto i sindacati se spera di competere nel mondo, ma il mio punto di vista è diverso. Chi decide su simili questioni? Perché la sinistra italiana pensa che sia auspicabile concentrare ulteriori poteri nelle mani dell’UE che verranno poi usati senza intralcio contro essa stessa? Potrebbe prendere il controllo dell’Italia. Ma non ha alcuna possibilità di prendere il controllo del timone in Europa nel futuro immediato, se non mai.
Le conseguenze dell’ascendente della Destra Renana sulle istituzioni dell’UE – comunque, non la stessa cosa del conservativismo anglosassone o del “piccolo plotone” di Burke – sono state dimostrate alla riunione dei Merkozy che si è tenuta a Bruxelles. Come descritto da Paul Mason della BBC, l’accordo ha messo “fuori legge le politiche fiscale espansive” mantenendo vicino allo zero i deficit strutturali nelle leggi internazionali, con freni costituzionali al debito, sanzioni obbligatorie e commissari al bilancio per le nazioni inadempienti.
Le ventisei nazioni che hanno seguito questo piano della Merkel non hanno più il diritto di introdurre gli stimoli contro-ciclici keynesiani e si sono accordate per farlo in modo perpetuo dato che è quasi impossibile abrogare l’acquis comunitario.
Personalmente, non sono un keynesiano – e neppure molti lettori del Daily Telegraph – ma tutto questo mi sembra un impegnativa folle. Per la sinistra è sicuramente un disastro assoluto. Non potrà mai più perseguire il propria programma economico. I Fabiani temevano già molto tempo che un simile esito era insito nell’UE. Definirono l’euro una “rampa d’accesso per i banchieri”, ma in qualche modo i loro allarmi furono sommersi dall’isteria di massa dell’unione monetaria.
Personalmente, non sono un keynesiano – e neppure molti lettori del Daily Telegraph – ma tutto questo mi sembra un impegnativa folle. Per la sinistra è sicuramente un disastro assoluto. Non potrà mai più perseguire il propria programma economico. I Fabiani temevano già molto tempo che un simile esito era insito nell’UE. Definirono l’euro una “rampa d’accesso per i banchieri”, ma in qualche modo i loro allarmi furono sommersi dall’isteria di massa dell’unione monetaria.
Owen Jones al New Statesman ha detto che è sconcertante che i socialisti siano stati così lenti dal riconoscere questa minaccia. “Il trattato dell’UE proposto è forse la peggiore catastrofe occorsa alla Sinistra Europea dalla Seconda Guerra Mondiale. Dopo questo accrocchio, la Sinistra ha davvero bisogno di pensare molto e a lungo riguardo il suo approccio verso l’UE per come è al momento strutturata. C’è ancora la sensazione che qualsiasi critica venga rivolta all’UE vi faccia inserire nello stesso recinto dei nazionalisti invasati. È una farsa che evidenzia come la palese mancanza di democrazia dell’UE sia diventata una questione della Destra.”
La questione focale per la Sinistra di oggi è se è nei suoi interessi continuare a difendere un regime monetario dell’UE che ha spinto il tasso di disoccupazione per i giovani al 49% in Spagna, al 45% in Grecia, al 30% in Portogallo e Irlanda, al 29% in Italia e il 24% in Francia – oltre all’8,9% della sottovalutata Germania – e che non offre una via d’uscita credibile alla metà meridionale.
Compagni di tutt’Europa, passate dalla parte degli euroscettici. Avete solo le vostre catene dell’euro da perdere.
lunedì 19 dicembre 2011
giovedì 8 dicembre 2011
Milano: presidio internazionale anticapitalista!
Il pomeriggio di sabato 3 dicembre circa 100 attivisti provenienti da tutta Italia e da diverse nazioni europee hanno risposto all’appello anticapitalista lanciato da Stop Capitalismo e RN/Autonomi Nazionalisti a mobilitarsi per manifestare il proprio dissenso e radicale contrarietà contro la dittatura capitalista in atto e i tecnocrati che la gestiscono.
Di fronte alla stazione centrale, schierati dietro striscioni militanti e con le bandiere nere al vento, abbiamo voluto in tal modo esprimere il più totale rifiuto non solo di questo o di quel tassello del composito universo capitalista, ma bensì dell’intero sistema di dominio capital-mondialista stesso e delle logiche criminali e sfruttatrici intimamente connesse ad esso.
Di fronte alla stazione centrale, schierati dietro striscioni militanti e con le bandiere nere al vento, abbiamo voluto in tal modo esprimere il più totale rifiuto non solo di questo o di quel tassello del composito universo capitalista, ma bensì dell’intero sistema di dominio capital-mondialista stesso e delle logiche criminali e sfruttatrici intimamente connesse ad esso.
Tanti gli slogan urlati e scritti su scudi e manifesti: ‘NON SALVATE IL CAPITALISMO, DISTRUGGETELO! ‘Smash Capitalism’, ‘USA, NATO, WTO, al Mondialismo diciamo NO!’, ‘Meno banche d’affari, più Potere al Popolo’, ‘A – Anti- Anticapitalista’.
Nello spirito di Solidarietà Internazionale che da sempre contraddistingue i gruppi realmente antagonisti, la mobilitazione ha visto la presenza di diverse realtà nazionaliste e rivoluzionarie italiane ed europee, con rappresentanze di attivisti olandesi (http://nationaalrevolutionair.wordpress.com/ ), tedeschi, svizzeri e ungheresi presenti.
Nello spirito di Solidarietà Internazionale che da sempre contraddistingue i gruppi realmente antagonisti, la mobilitazione ha visto la presenza di diverse realtà nazionaliste e rivoluzionarie italiane ed europee, con rappresentanze di attivisti olandesi (http://nationaalrevolutionair.wordpress.com/ ), tedeschi, svizzeri e ungheresi presenti.
Centinaia sono stati i volantini diffusi nelle vicinanze del presidio.
Visto che crediamo profondamente al fatto che schiavo non è solo chi ha le catene, ma schiavo è anche chi è costretto ad accettare passivamente ogni umiliazione per l’assenza di alternative, l’evento non si è limitato ad una radicale protesta contro il marasma voluto e creato dall’avidità e sete di potere di banche e finanzieri, ma anche un appello a prendere coscienza della profonda brutalità, inequità e oppressività delle dinamiche capitaliste e di un intero ‘modello di sviluppo’ totalmente sbagliato e un invito alla mobilitazione permanente contro di esso, prima che il processo diventi irreversibile!
Visto che crediamo profondamente al fatto che schiavo non è solo chi ha le catene, ma schiavo è anche chi è costretto ad accettare passivamente ogni umiliazione per l’assenza di alternative, l’evento non si è limitato ad una radicale protesta contro il marasma voluto e creato dall’avidità e sete di potere di banche e finanzieri, ma anche un appello a prendere coscienza della profonda brutalità, inequità e oppressività delle dinamiche capitaliste e di un intero ‘modello di sviluppo’ totalmente sbagliato e un invito alla mobilitazione permanente contro di esso, prima che il processo diventi irreversibile!
lunedì 5 dicembre 2011
A! - ANTI! - ANTICAPITALISTA!
Sarà pubblicato quanto prima il report dell'evento anticapitalista organizzato da RN/Autonomi Nazionalisti con l'aiuto e il supporto di diverse realtà nazionaliste e anticapitaliste internazionali in Milano il 3 dicembre!
We will soon publish the report about the anticapitalist event held by RN/Autonomous Nationalists with the help and support from several national and international anticapitalist movements in Milan on 3 december! Stay tuned!!!!! SMASH CAPITALISM!!!!
martedì 22 novembre 2011
L'avanzata delle oligarchie: Goldman Sachs conquers Europe!
Pubblichiamo alcuni stralci di questo interessante articolo (che invitiamo a leggere tutto):
"By imposing rule by unelected technocrats, it has suspended the normal rules of democracy, and maybe democracy itself. And by putting a senior adviser at Goldman Sachs in charge of a Western nation, it has taken to new heights the political power of an investment bank that you might have thought was prohibitively politically toxic.
This is the most remarkable thing of all: a giant leap forward for, or perhaps even the successful culmination of, the Goldman Sachs Project.
This is the most remarkable thing of all: a giant leap forward for, or perhaps even the successful culmination of, the Goldman Sachs Project.
Simon Johnson, the former International Monetary Fund economist, in his book 13 Bankers, argued that Goldman Sachs and the other large banks had become so close to government in the run-up to the financial crisis that the US was effectively an oligarchy. At least European politicians aren't "bought and paid for" by corporations, as in the US, he says. "Instead what you have in Europe is a shared world-view among the policy elite and the bankers, a shared set of goals and mutual reinforcement of illusions."
This is The Goldman Sachs Project. Put simply, it is to hug governments close. Every business wants to advance its interests with the regulators that can stymie them and the politicians who can give them a tax break, but this is no mere lobbying effort. Goldman is there to provide advice for governments and to provide financing, to send its people into public service and to dangle lucrative jobs in front of people coming out of government. The Project is to create such a deep exchange of people and ideas and money that it is impossible to tell the difference between the public interest and the Goldman Sachs interest.
Fonte: http://www.independent.co.uk/news/business/analysis-and-features/what-price-the-new-democracy-goldman-sachs-conquers-europe-6264091.html
sabato 19 novembre 2011
The V for Vendetta mask: a political sign of the times
Not only does wearing a Guy Fawkes mask at demonstrations give protesters anonymity, it's an instant symbol of rebellion
The now emblematic Guy Fawkes mask, made famous by the film V For Vendetta (somewhat based on the graphic novel of the same name by Alan Moore) has surprisingly become a worldwide bestseller. More than 100,000 masks a year are now being sold. This number seems destined to keep rising, since the accessory has become the en-vogue revolutionary symbol for the younger generation, perhaps even challenging the previous revolutionary iconography of the famous photograph of Che Guevara by Alberto Korda.
The New York Times has already noted the irony: a symbol embraced by anti-establishment activists is, thanks to its popularity, helping to fill the coffers of a large Hollywood corporation. But it is worth noting that the adoption of the mask as a political symbol hints at a more significant change in the way the younger generations view protesting and political dissent.
Rightly or wrongly, certain symbols come to represent political sentiments among generations: the Guerrillero Heroico, with Ernesto "Che" Guevara's mix of anger and determination, came to represent the willingness to face political and social battles head on throughout the late 60s and 70s. Similarly, the immediately recognisable peace sign, which was first used simply as a symbol of the British anti-nuclear movement, was quickly adopted by the pacifist movement, reaching the pinnacle of its fame during the Vietnam war.
Rightly or wrongly, certain symbols come to represent political sentiments among generations: the Guerrillero Heroico, with Ernesto "Che" Guevara's mix of anger and determination, came to represent the willingness to face political and social battles head on throughout the late 60s and 70s. Similarly, the immediately recognisable peace sign, which was first used simply as a symbol of the British anti-nuclear movement, was quickly adopted by the pacifist movement, reaching the pinnacle of its fame during the Vietnam war.
However, with the recent rise of harsher and more intrusive social media laws, where to be recognised by the authorities can lead to a prison sentence, it is telling that dissenting voices are turning to a symbol of anonymity as their symbol of protest.
The late French philosopher Jean Baudrillard argued that objects had both a use value and a sign value, a helpful dichotomy to understand this phenomenon. The mask, with its contorted grimace and caricaturised features, offer protesters a sign behind which their identity and intentions can be hidden. Akin to a balaclava during a riot, it offers an opportunity at participation and secrecy – but unlike a balaclava, the mask also carries in itself a political dimension. The increasing number of sales of the mask tells the story of a generation disenfranchised from the political process, but one which remains wholly political. It is in this kind of situation that power symbols become important.
It would be naive to assume that every mask that has been sold is a political statement, just as it would be clearly wrong to assume that every "Che" branded product represents an adherence to the Argentine revolutionary's communist values. But if we understand this phenomenon as the commercial consumption of an idea, political dissent and anonymity are then slowly becoming mutually dependent, if not synonymous.
The late French philosopher Jean Baudrillard argued that objects had both a use value and a sign value, a helpful dichotomy to understand this phenomenon. The mask, with its contorted grimace and caricaturised features, offer protesters a sign behind which their identity and intentions can be hidden. Akin to a balaclava during a riot, it offers an opportunity at participation and secrecy – but unlike a balaclava, the mask also carries in itself a political dimension. The increasing number of sales of the mask tells the story of a generation disenfranchised from the political process, but one which remains wholly political. It is in this kind of situation that power symbols become important.
It would be naive to assume that every mask that has been sold is a political statement, just as it would be clearly wrong to assume that every "Che" branded product represents an adherence to the Argentine revolutionary's communist values. But if we understand this phenomenon as the commercial consumption of an idea, political dissent and anonymity are then slowly becoming mutually dependent, if not synonymous.
Anonymous, the hacking collective, is perhaps our best example. While the organisation supports anti-establishment and civil disobedience as its set of principles, it also welcomes a large number of people for whom such goals are perhaps not as important as Anonymous would like us to believe. However, the mask offers it at once a political symbol that provides anonymity. And therein lies the symbol's increasing popularity, imbued with a political aura while simultaneously offering the comfort (and depending on your activities, the safety) of secrecy.
Or perhaps I'm just barking up the wrong tree; the Guy Fawkes mask phenomenon might be nothing more than a fad . But if we have learned anything from the longevity of Korda's Che image, it is that when a symbol takes hold of our imagination, it is worth considering its relevance.
Or perhaps I'm just barking up the wrong tree; the Guy Fawkes mask phenomenon might be nothing more than a fad . But if we have learned anything from the longevity of Korda's Che image, it is that when a symbol takes hold of our imagination, it is worth considering its relevance.
mercoledì 16 novembre 2011
Ecco perché l’Europa è nella rete di Goldman Sachs
Interessante articolo apparso su Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/interni/leuropa_rete_goldman_sachs/16-11-2011/articolo-id=557129-page=0-comments=1):
Monti a Draghi, dal governo greco a quello irlandese: ecco come funziona il potere occulto della banca Usa
La Goldman Sachs? Una banca d’affari che in Europa ha «tessuto una rete d’influenza unica sedimentata nel corso dei lustri grazie a una fitta trama sia pubblica, sia sotterranea». A dirlo non sono i soliti quattro gatti appassionati di trame e complotti internazionali, ma quelli di Le Monde.
La bibbia dei “gauche caviar” d’Oltralpe parte da Mario Monti e Mario Draghi per accusare la banca d’affari statunitense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro.
La caccia di Le Monde ai Goldman’s Boy parte proprio da Mario Monti. Come ricorda il quotidiano francese il nostro premier in pectore ha collezionato non solo l’incarico di consigliere internazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione Trilaterale e di socio del Bilderberg Group.
Ma l’appartenenza alla Trilaterale e al Bilderberg sembrano dei requisiti irrinunciabili per tutti i Messia delle disastrate nazioni europee.
Non a caso Peter Denis Sutherland presidente non esecutivo della Goldman Sachs International, membro del Bilderberg Group e presidente onorario della Trilaterale, è stato chiamato a dirigere le operazioni per il salvataggio dell’economia irlandese. Peccato che la Commissione Trilaterale, ideata nel 1973 da David Rockfeller, venga spesso accusata di non essere non soltanto un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di potere occulto creato - scriveva il senatore repubblicano Barry Goldwater - per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte».
Ben peggiori sono però, ricorda Le Monde, i sospetti che circondano Mario Draghi l’attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Triennale, chiamato oggi - al pari del “Supermario” nostrano - a salvare la patria in pericolo.
Una patria accompagnata da lui stesso sull’orlo del precipizio quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Petros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellerato maquillage dei conti ellenici. Tra i Goldman’s Boys nostrani Le Monde dimentica Romano Prodi. A puntare il dito sull’ex premier dell’Ulivo ci pensa già nel 2007 il Daily Telegraph accusandolo di esser stato sul libro paga della Goldman una prima volta tra il 1990 e il 1993 e poi di nuovo dopo il 1997.
Ma alla luce dello scenario disegnato da Le Monde è assai interessante anche il “cursus honorum” di Massimo Tononi, il 47enne manager bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario all’Economia del governo Prodi dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato alla Goldman dopo quell’esperienza, Tononi è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange che controlla Piazza Affari. Una carica assunta lo scorso giugno, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread. Uno di quei casi che solo Dio sa spiegare. Non a caso Lloyd Craig Blankfein, presidente dal 2006 della Goldman Sachs e grande finanziatore delle campagne elettorali di Obama, spiega così il suo mestiere di banchiere.
Monti a Draghi, dal governo greco a quello irlandese: ecco come funziona il potere occulto della banca Usa
La Goldman Sachs? Una banca d’affari che in Europa ha «tessuto una rete d’influenza unica sedimentata nel corso dei lustri grazie a una fitta trama sia pubblica, sia sotterranea». A dirlo non sono i soliti quattro gatti appassionati di trame e complotti internazionali, ma quelli di Le Monde.
La bibbia dei “gauche caviar” d’Oltralpe parte da Mario Monti e Mario Draghi per accusare la banca d’affari statunitense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro.
La caccia di Le Monde ai Goldman’s Boy parte proprio da Mario Monti. Come ricorda il quotidiano francese il nostro premier in pectore ha collezionato non solo l’incarico di consigliere internazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione Trilaterale e di socio del Bilderberg Group.
Ma l’appartenenza alla Trilaterale e al Bilderberg sembrano dei requisiti irrinunciabili per tutti i Messia delle disastrate nazioni europee.
Non a caso Peter Denis Sutherland presidente non esecutivo della Goldman Sachs International, membro del Bilderberg Group e presidente onorario della Trilaterale, è stato chiamato a dirigere le operazioni per il salvataggio dell’economia irlandese. Peccato che la Commissione Trilaterale, ideata nel 1973 da David Rockfeller, venga spesso accusata di non essere non soltanto un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di potere occulto creato - scriveva il senatore repubblicano Barry Goldwater - per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte».
Ben peggiori sono però, ricorda Le Monde, i sospetti che circondano Mario Draghi l’attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Triennale, chiamato oggi - al pari del “Supermario” nostrano - a salvare la patria in pericolo.
Una patria accompagnata da lui stesso sull’orlo del precipizio quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Petros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellerato maquillage dei conti ellenici. Tra i Goldman’s Boys nostrani Le Monde dimentica Romano Prodi. A puntare il dito sull’ex premier dell’Ulivo ci pensa già nel 2007 il Daily Telegraph accusandolo di esser stato sul libro paga della Goldman una prima volta tra il 1990 e il 1993 e poi di nuovo dopo il 1997.
Ma alla luce dello scenario disegnato da Le Monde è assai interessante anche il “cursus honorum” di Massimo Tononi, il 47enne manager bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario all’Economia del governo Prodi dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato alla Goldman dopo quell’esperienza, Tononi è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange che controlla Piazza Affari. Una carica assunta lo scorso giugno, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread. Uno di quei casi che solo Dio sa spiegare. Non a caso Lloyd Craig Blankfein, presidente dal 2006 della Goldman Sachs e grande finanziatore delle campagne elettorali di Obama, spiega così il suo mestiere di banchiere.
venerdì 11 novembre 2011
Cinque milioni di persone sono senza occupazione!!!!!!
Se accanto ai disoccupati veri e propri mettiamo altri due gruppi, composti da lavoratori scoraggiati e da quanti cercano un lavoro ma non sono disposti a lavorare immediatamente, otteniamo un popolo di circa cinque milioni di persone, potenzialmente impiegabili nel processo produttivo. I calcoli sono dell'Istat che ieri ha diffuso i nuovi indicatori complementari concordati dall'Eurostat con i Paesi dell'Unione europea e li ha applicati alla rilevazione delle forze di lavoro del 2010. Pertanto nel 2010 gli inattivi che non cercano più un impiego ma sono disponibili a lavorare erano pari a 2 milioni 764mila unità e sei su dieci erano donne. Questo gruppo sociale che in Italia è pari all'11,1 per cento delle forze di lavoro risulta, secondo i dati Istat, tre volte più elevato rispetto alla media europea ed è in costante crescita dal 2004 a oggi (tuttavia si percepisce davvero come scoraggiato solo il 42% di questo tipo di inattivi).
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-11-11/cinque-milioni-persone-sono-064039.shtml?uuid=AaPbyZKE
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-11-11/cinque-milioni-persone-sono-064039.shtml?uuid=AaPbyZKE
giovedì 10 novembre 2011
mercoledì 9 novembre 2011
L'UE: DOVETE RASSICURARE I MERCATI!
Disoccupazione, povertà in crescita, disparità economiche crescenti, ingiustizie sociali in espansione, delocalizzazioni, licenziamenti, assenza di prospettive.
Questa la realtà per milioni di europei non privilegiati!
Ma l'unico cruccio dei tecnocrati strapagati 'europei' (parte dell'oligarchia globale dominante) sembra essere uno solo, come si legge nelle notizie di oggi: dovete rassicurare i mercati!
Ergo, dovete far si che le sanguisughe che stanno affossando intere nazioni in nome del profitto possano continuare nella loro impresa criminale.
Pochi privilegiati stanno incatenando interi Popoli sull'altare dell'avidità e della speculazione.
Fino a quando lasceremo questi criminali giocare con le nostre vite e con il nostro Futuro?
We will b not silent! Smash capitalism!
sabato 5 novembre 2011
Flash mob anticapitalista
lunedì 24 ottobre 2011
Follie del capitalismo: in pensione a 70 anni!
Qualche giorno fa al convegno dei Giovani industriali che si è tenuto a Capri i 'giovani' hanno invitato la classe politica a prestare ascolto. E a passare “dal dire all’agire, dagli annunci all’azione”. Il presidente, tale Jacopo Morelli, ha spiegato che “la situazione attuale sta tutta in tre numeri: 120, 27, 0. 120 come debito pubblico, 27 come tasso disoccupazione giovani, 0 come stima crescita per 2012″. Dopo tale tirata, la soluzione invocata a gran voce da Morelli (non dissimile da quella che da tempo chiede a gran voce da Emma Marcegaglia) è: “riforme, riforme, riforme”. Come ad esempio quella che “innalza l’età pensionabile a 70 anni, escludendo i lavori usuranti, abolire le pensioni di anzianità, equiparare da subito il sistema per uomini e donne”. Richieste che puzzano lontano un miglio di propaganda e opportunismo spiccio di casta.
Anche perchè, per chi non è un garantito, la situazione reale è ben diversa: dopo i 35 anni (età che però sta scendendo rapidamente sotto i 30) i cari industriali e compagnia poco bella difficilmente assumono e per gli over 40 che perdono il lavoro il futuro si sta facendo molto, ma molto nero!
E allora siamo noi a chiedere al baldo rappresentante dei giovani industriali: lei assumerebbe nella sua azienda persone di 70 anni? Assumerebbe persone con età superiore ai 35 anni (e parliamo di impiegati e lavoratori, non manager amici-degli-amici, che a qualunque età van sempre bene!)?
Perchè non chiedete una legge che supporti chi non ha più un lavoro sopra i 40 anni?
Perchè continuate a perpetuare falsi miti e chiedete cose assurde (in pensione 70 anni), anche se poi nei fatti fate l'esatto contrario?
Purtroppo ben conosciamo i reali obiettivi delle oligarchie dominanti e dei capitalisti e invitiamo i politici a cominciare a pensare non solo alle continue richieste di caste, castine e élites danarose (gente che pensa unicamente al proprio profitto personale, costi quel che costi), ma di cominciare a pensare REALMENTE al bene della Comunità Nazionale, del Popolo, di tutti i non-privilegiati locali, dei senza voce e senza prospettive. Altrimenti NON C'E' FUTURO!
Anche perchè, per chi non è un garantito, la situazione reale è ben diversa: dopo i 35 anni (età che però sta scendendo rapidamente sotto i 30) i cari industriali e compagnia poco bella difficilmente assumono e per gli over 40 che perdono il lavoro il futuro si sta facendo molto, ma molto nero!
E allora siamo noi a chiedere al baldo rappresentante dei giovani industriali: lei assumerebbe nella sua azienda persone di 70 anni? Assumerebbe persone con età superiore ai 35 anni (e parliamo di impiegati e lavoratori, non manager amici-degli-amici, che a qualunque età van sempre bene!)?
Perchè non chiedete una legge che supporti chi non ha più un lavoro sopra i 40 anni?
Perchè continuate a perpetuare falsi miti e chiedete cose assurde (in pensione 70 anni), anche se poi nei fatti fate l'esatto contrario?
Purtroppo ben conosciamo i reali obiettivi delle oligarchie dominanti e dei capitalisti e invitiamo i politici a cominciare a pensare non solo alle continue richieste di caste, castine e élites danarose (gente che pensa unicamente al proprio profitto personale, costi quel che costi), ma di cominciare a pensare REALMENTE al bene della Comunità Nazionale, del Popolo, di tutti i non-privilegiati locali, dei senza voce e senza prospettive. Altrimenti NON C'E' FUTURO!
domenica 9 ottobre 2011
giovedì 15 settembre 2011
Al sole dopo 30 anni da cavie!
E' una strana società la nostra, apparentemente 'il migliore dei mondi possibile' (come amano ripetere politicanti da strapazzo e mass media/propaganda) e poi, dietro un sottile schermo di buonismo d'accatto (in genere concentrato unicamente sui temi che fanno comodo a chi comanda) si nascondono (ma neppure poi tanto, visto che ormai NESSUNO può dire di non sapere!) crimini orrendi, pratiche aberranti portate avanti unicamente in nome del profitto (ma mascherati dietro l'utile paravento del 'salviamo l'umanità'!) da esseri che definire 'umani' non è proprio possibile, visto quello che fanno ad esseri indifesi e senza colpa! Il fine non giustifica i mezzi, specie di fronte a simili orrori! Sulla pagina web del Corriere della Sera è apparso questo servizio riguardante la liberazione di alcuni scimpanzè che hanno passato tutta la loro vita chiusi in una gabbia e sottoposti ad orribili esperimenti.
Impossibile rimanere non commossi a vedere questi esseri viventi finalmente felici dopo una vita passata tra dolore, paura, sofferenze e solitudine inflitte da criminali senza pietà!
Impossibile rimanere non commossi a vedere questi esseri viventi finalmente felici dopo una vita passata tra dolore, paura, sofferenze e solitudine inflitte da criminali senza pietà!
Certe cose NON DEVONO PIU' SUCCEDERE, devono essere ABOLITE TOTALMENTE!
"I raggi del sole accarezzano la pelliccia, le gocce di pioggia cadono sul naso e per la prima volta sentono l’erba sotto i loro piedi. Dopo oltre 30 anni Alfred, David, Xsara, Susi e altri 34 scimpanzè escono dalle gelide e buie stanze del laboratorio e scoprono la libertà. In un rifugio per animali in Austria gli animali, usati come cavie per ogni sorta di test, ricominciano una nuova vita.
DALLA GABBIA AL PARCO - Salvati da un triste destino: molti di loro non hanno mai visto la luce del sole, in quanto nati e cresciuti in laboratorio. Strappati alle loro madri uccise da cacciatori in Africa sono arrivati ancora cuccioli nella Bassa Austria in piccoli contenitori. Un laboratorio di ricerca di una grossa casa farmaceutica li ha poi utilizzati per vari esperimenti: sono stati infettati con il virus dell'epatite e con quello dell'AIDS. Per anni sono rimasti in gabbie piccolissime, senza nessun contatto con gli altri animali della loro specie. Hanno visto solo persone con strane mascherine e camici protettivi simili a tute spaziali. Michael Aufhauser, fondatore del parco austriaco dove dal 2002 sono stati accolti gli animali, ha raccontato alla tv tedesca Rtl la prima uscita degli scimpanzè: «Si sono abbracciati, hanno riso. Immaginate, rimanere imprigionati per tutto questo tempo e poi d'improvviso si apre la porta». Il nuovo impianto, con un recinto all'aperto che si estende su circa 2500 metri quadrati e che è costato 3 milioni di euro, si trova a Gänserndorf, a qualche chilometro da Salisburgo. Da quasi dieci anni il rifugio per animali di Gut Aiderbichl accoglie gli animali in difficoltà".
"I raggi del sole accarezzano la pelliccia, le gocce di pioggia cadono sul naso e per la prima volta sentono l’erba sotto i loro piedi. Dopo oltre 30 anni Alfred, David, Xsara, Susi e altri 34 scimpanzè escono dalle gelide e buie stanze del laboratorio e scoprono la libertà. In un rifugio per animali in Austria gli animali, usati come cavie per ogni sorta di test, ricominciano una nuova vita.
DALLA GABBIA AL PARCO - Salvati da un triste destino: molti di loro non hanno mai visto la luce del sole, in quanto nati e cresciuti in laboratorio. Strappati alle loro madri uccise da cacciatori in Africa sono arrivati ancora cuccioli nella Bassa Austria in piccoli contenitori. Un laboratorio di ricerca di una grossa casa farmaceutica li ha poi utilizzati per vari esperimenti: sono stati infettati con il virus dell'epatite e con quello dell'AIDS. Per anni sono rimasti in gabbie piccolissime, senza nessun contatto con gli altri animali della loro specie. Hanno visto solo persone con strane mascherine e camici protettivi simili a tute spaziali. Michael Aufhauser, fondatore del parco austriaco dove dal 2002 sono stati accolti gli animali, ha raccontato alla tv tedesca Rtl la prima uscita degli scimpanzè: «Si sono abbracciati, hanno riso. Immaginate, rimanere imprigionati per tutto questo tempo e poi d'improvviso si apre la porta». Il nuovo impianto, con un recinto all'aperto che si estende su circa 2500 metri quadrati e che è costato 3 milioni di euro, si trova a Gänserndorf, a qualche chilometro da Salisburgo. Da quasi dieci anni il rifugio per animali di Gut Aiderbichl accoglie gli animali in difficoltà".
Fonte e video: http://www.corriere.it/animali/11_settembre_05/austria-scimpanze-liberati_71f911d4-d79f-11e0-af53-ed2d7e3d9e5d.shtml
LA VIVISEZIONE E' UN CRIMINE!
LA VIVISEZIONE E' UN CANCRO CHE VA ESTIRPATO!
LA VIVISEZIONE E' UN CANCRO CHE VA ESTIRPATO!
martedì 6 settembre 2011
Contro l'imperialismo guerrafondaio!
Sabato 3 settembre una delegazione di supporters e simpatizzanti di Autonomi Nazionalisti/Resistenza Nazionale ha preso parte alla 'Giornata contro la guerra' indetta a Dortmund (Germania) per mostrare con chiarezza la nostra totale avversione alla politica imperialista e guerrafondaia del capitalismo mondialista e di tutti i suoi alleati!
Against Imperialist War-Mongering and Wars of Aggression!
It is that capitalism and its supporters and advocates that are unremittingly trying to expand their power and global influence by economic and military aggressions. Peoples, cultures and nations that have grown in millennia are reduced to debris and ashes if they get in the way of the insatiable greed of ever larger, evermore standardized markets and evermore favorable labor, which is inherent in capitalist thought. After their destruction, the states are rebuilt for the purpose of the international financial powers – not as sovereign people’s states but as unfree slave colonies of the world economy.
This prime cause of all misfortunes in the world today and also and especially of our own peoples has to be abolished by all means. For as long as the fundamental evils of capitalism are not fought to the roots, our whole struggle for a better future will only turn out to be a combat against effects and consequences, not against the reason itself.
We want imperialist war-mongering and wars of aggression to end! And we know that this goal can only be achieved, when a new and positive worldview overcomes capitalism and the liberalist and selfish lifestyle. A new worldview and lifestyle which centers on the natural human community – the people – and the creative and cultural achievements emanating from it; a worldview which comprehends economy as a servant of the people and not vice versa; a worldview to which wars fought for economic interests are unacceptable!
Against Imperialist War-Mongering and Wars of Aggression!
It is that capitalism and its supporters and advocates that are unremittingly trying to expand their power and global influence by economic and military aggressions. Peoples, cultures and nations that have grown in millennia are reduced to debris and ashes if they get in the way of the insatiable greed of ever larger, evermore standardized markets and evermore favorable labor, which is inherent in capitalist thought. After their destruction, the states are rebuilt for the purpose of the international financial powers – not as sovereign people’s states but as unfree slave colonies of the world economy.
This prime cause of all misfortunes in the world today and also and especially of our own peoples has to be abolished by all means. For as long as the fundamental evils of capitalism are not fought to the roots, our whole struggle for a better future will only turn out to be a combat against effects and consequences, not against the reason itself.
We want imperialist war-mongering and wars of aggression to end! And we know that this goal can only be achieved, when a new and positive worldview overcomes capitalism and the liberalist and selfish lifestyle. A new worldview and lifestyle which centers on the natural human community – the people – and the creative and cultural achievements emanating from it; a worldview which comprehends economy as a servant of the people and not vice versa; a worldview to which wars fought for economic interests are unacceptable!
giovedì 1 settembre 2011
venerdì 19 agosto 2011
Solidarietà agli attivisti di Offensiva Animalista!
Questo il comunicato emesso ieri, 18 agosto, dagli attivisti di Antispe Ivrea:
"Provare orrore, pietà e rabbia di fronte ai terribili abusi commessi nei confronti di esseri viventi quali sono gli animali non è un crimine, stare dalla parte degli oppressi e dei senza voce non un reato, l’espressione del proprio pensiero non deve diventare una colpa, né può essere considerata come ‘istigazione’!
Oggi, 18 agosto 2011, esprimiamo la nostra totale solidarietà nei confronti degli attivisti di Offensiva Animalista, criminalizzati e sotto accusa per aver esercitato il loro Diritto allo sdegno e al rifiuto di fronte ad indicibili crudeltà e per i loro sforzi per far aumentare l'attenzione pubblica sui Diritti degli animali"!
Contro la criminalizzazione e la repressione di chi si oppone e dissente!
"Provare orrore, pietà e rabbia di fronte ai terribili abusi commessi nei confronti di esseri viventi quali sono gli animali non è un crimine, stare dalla parte degli oppressi e dei senza voce non un reato, l’espressione del proprio pensiero non deve diventare una colpa, né può essere considerata come ‘istigazione’!
Oggi, 18 agosto 2011, esprimiamo la nostra totale solidarietà nei confronti degli attivisti di Offensiva Animalista, criminalizzati e sotto accusa per aver esercitato il loro Diritto allo sdegno e al rifiuto di fronte ad indicibili crudeltà e per i loro sforzi per far aumentare l'attenzione pubblica sui Diritti degli animali"!
Contro la criminalizzazione e la repressione di chi si oppone e dissente!
venerdì 12 agosto 2011
mercoledì 10 agosto 2011
Antispe: in soccorso al canile sotto assedio!
Sabato 6 agosto i nostri amici dei gruppi Antispe Ivrea e Torino hanno portato la loro solidarietà al canile di via Germagnano, Torino.
Report al seguente link: http://antispeivrea.blogspot.com/
martedì 2 agosto 2011
Essi vivono, ma noi ci stiamo svegliando!
"Loro decidono come devi vivere, ti mettono in linea di partenza e il nome del gioco è "corri per il tuo padrone". Noi siamo tutti morti di fame, ma ci azzanniamo l'uno con l'altro. D'accordo amico, ascoltami, eccoci qua, ora siamo pronti; ma ricordati tu fai come ti pare, ma io ti romperò il culo!" (cit. dal film cult di Carpenter 'Essi vivono').
lunedì 1 agosto 2011
Il feticcio della crescita
Il manifesto promosso da Confindustria e sottoscritto da Cgil, Cisl e Ugl insieme a tutte la associazioni datoriali italiane segna un’ulteriore tappa nella marcia di asservimento dei sindacati alle logiche di una politica dettata dai cosiddetti “mercati”. Il “manifesto” accenna solo di sfuggita al ruolo dell’Unione europea e dei suoi squilibri interni nel determinare le difficoltà in cui incorrono le politiche di bilancio dell’Italia; ma le “parti sociali” della terza economia dell’Eurozona si guardano bene dall’avanzare qualsiasi rivendicazione, o anche solo proposta, per affrontare di petto un problema che minaccia di travolgere l’intera costruzione europea: il trasferimento della sovranità dai popoli, tramite governi nazionali e governance europea, ai “mercati”, cioè alla finanza internazionale. Le proposte non mancherebbero: dall’assunzione e sterilizzazione di una parte almeno del debito dei paesi membri al finanziamento di un piano di investimenti che offra alle economie la cui crescita resterà bloccata per anni, almeno una chance di potersi risollevare, fino all’adozione di criteri di contabilità diversi per calcolare il deficit dei paesi membri, per computarne la quota non afferente alla spesa corrente. Ma è cosa che costringerebbe l’Europa a fare i conti con la finanza internazionale che la sta tenendo sotto scacco. E nessuno dei firmatari del “manifesto” ha la minima intenzione anche solo di misurarsi con questo problema.
La proposta avanzata è invece tanto banale quanto inconsistente: una corsa a colmare il disavanzo cronico del paese con il rilancio della “crescita”, senza entrare nei dettagli per specificare che tipo di crescita. Ne sono esclusi, o comunque non nominati, redditi da lavoro, pensioni, welfare, ricerca, istruzione, equità sociale; aleggia sullo sfondo solo il pil, dal cui aumento si sottintende che lo stato italiano dovrebbe ricavare le maggiori imposte (neanche loro nominate: caso mai qualcuno pensasse di riscuoterle subito, magari con una “patrimoniale” sulle fortune accumulate da buona parte degli estensori e firmatari di quel manifesto, e dei loro colleghi) con cui affrontare il deficit. La creazione di nuova occupazione viene nominata per ultima, al fondo del documento: quasi fosse una conseguenza automatica della “crescita”; senza tenere conto del fatto che le aziende che più crescono, soprattutto in Borsa, e grazie a operazioni finanziarie come quelle di cui Sergio Marchionne si è dimostrato maestro, sono quelle che si sbarazzano di più e più in fretta dei lavoratori in esubero. Ancora più stringato appare il “manifesto” quanto a indicazioni sul “come” rilanciare la crescita: tanto da far fare persino una bella figura a Giulio Tremonti, appena dimessosi dal suo ruolo di inquilino a sbafo, o “in nero”, di un appartamento pagato con appalti truffaldini a spese dell’erario di cui il ministro è custode. Il quale ha dovuto ricordare che “i bilanci dello stato si fanno per legge, mentre il pil no”.
Dunque, la ricetta proposta per promuovere la crescita, oltre alla “discontinuità”, che vuol dire fare a meno di Silvio Berlusconi, è il coinvolgimento di “tutte le parti sociali” e “una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti”. Per scendere nei dettagli, cosa che il “manifesto” non fa, le ricette finora proposte per rilanciare la crescita sono state privatizzazioni e liberalizzazioni, come se la crescita fosse uno stato normale dell’economia, a cui solo i “lacci e lacciuoli” dello stato e delle corporazioni impedissero di dispiegarsi; oppure – seconda opzione – un piano di grandi interventi infrastrutturali, magari finanziato dall’Ue: che di questi tempi vuol dire Tav, ponte sullo stretto, (nucleare no – peccato! – perché bisogna rimandarlo di qualche anno, ma in compenso si può riempire il paese di centrali termoelettriche (soprattutto a carbone o a biomasse, ricavate deforestando il Borneo) visto che la potenza elettrica dell’Italia è già al doppio del fabbisogno. L’ultima new entry nel settore (autore Giuliano Amato) è più semplice: “Lavorare di più”. Non lavorare tutti, creare nuova occupazione, offrire continuità ai precari; bensì far lavorare di più chi già lavora.
La verità è che la crescita, soprattutto quella senza ulteriori determinazioni, più che un mito è ormai solo un alibi per giustificare ogni forma di sopruso nei confronti tanto di chi lavora quanto di chi è senza lavoro. Non è di crescita che ha bisogno l’Europa, né in Italia, né in Grecia, né in Portogallo o in Irlanda – e meno che mai in Germania – ma di equità, di redistribuzione di redditi e di lavoro, di investimenti in settori e produzioni, come l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, l’agricoltura ecologica e a chilometri zero, la mobilità sostenibile, il risanamento degli edifici, degli assetti urbani, del territorio, la ricerca e l’istruzione: tutte cose che non potranno mai essere promosse senza fare i conti con la finanza internazionale che sta strangolando la vita di milioni di cittadini in tutta Europa.
Fonte: http://www.ilfoglio.it/soloqui/9874
La proposta avanzata è invece tanto banale quanto inconsistente: una corsa a colmare il disavanzo cronico del paese con il rilancio della “crescita”, senza entrare nei dettagli per specificare che tipo di crescita. Ne sono esclusi, o comunque non nominati, redditi da lavoro, pensioni, welfare, ricerca, istruzione, equità sociale; aleggia sullo sfondo solo il pil, dal cui aumento si sottintende che lo stato italiano dovrebbe ricavare le maggiori imposte (neanche loro nominate: caso mai qualcuno pensasse di riscuoterle subito, magari con una “patrimoniale” sulle fortune accumulate da buona parte degli estensori e firmatari di quel manifesto, e dei loro colleghi) con cui affrontare il deficit. La creazione di nuova occupazione viene nominata per ultima, al fondo del documento: quasi fosse una conseguenza automatica della “crescita”; senza tenere conto del fatto che le aziende che più crescono, soprattutto in Borsa, e grazie a operazioni finanziarie come quelle di cui Sergio Marchionne si è dimostrato maestro, sono quelle che si sbarazzano di più e più in fretta dei lavoratori in esubero. Ancora più stringato appare il “manifesto” quanto a indicazioni sul “come” rilanciare la crescita: tanto da far fare persino una bella figura a Giulio Tremonti, appena dimessosi dal suo ruolo di inquilino a sbafo, o “in nero”, di un appartamento pagato con appalti truffaldini a spese dell’erario di cui il ministro è custode. Il quale ha dovuto ricordare che “i bilanci dello stato si fanno per legge, mentre il pil no”.
Dunque, la ricetta proposta per promuovere la crescita, oltre alla “discontinuità”, che vuol dire fare a meno di Silvio Berlusconi, è il coinvolgimento di “tutte le parti sociali” e “una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti”. Per scendere nei dettagli, cosa che il “manifesto” non fa, le ricette finora proposte per rilanciare la crescita sono state privatizzazioni e liberalizzazioni, come se la crescita fosse uno stato normale dell’economia, a cui solo i “lacci e lacciuoli” dello stato e delle corporazioni impedissero di dispiegarsi; oppure – seconda opzione – un piano di grandi interventi infrastrutturali, magari finanziato dall’Ue: che di questi tempi vuol dire Tav, ponte sullo stretto, (nucleare no – peccato! – perché bisogna rimandarlo di qualche anno, ma in compenso si può riempire il paese di centrali termoelettriche (soprattutto a carbone o a biomasse, ricavate deforestando il Borneo) visto che la potenza elettrica dell’Italia è già al doppio del fabbisogno. L’ultima new entry nel settore (autore Giuliano Amato) è più semplice: “Lavorare di più”. Non lavorare tutti, creare nuova occupazione, offrire continuità ai precari; bensì far lavorare di più chi già lavora.
La verità è che la crescita, soprattutto quella senza ulteriori determinazioni, più che un mito è ormai solo un alibi per giustificare ogni forma di sopruso nei confronti tanto di chi lavora quanto di chi è senza lavoro. Non è di crescita che ha bisogno l’Europa, né in Italia, né in Grecia, né in Portogallo o in Irlanda – e meno che mai in Germania – ma di equità, di redistribuzione di redditi e di lavoro, di investimenti in settori e produzioni, come l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, l’agricoltura ecologica e a chilometri zero, la mobilità sostenibile, il risanamento degli edifici, degli assetti urbani, del territorio, la ricerca e l’istruzione: tutte cose che non potranno mai essere promosse senza fare i conti con la finanza internazionale che sta strangolando la vita di milioni di cittadini in tutta Europa.
Fonte: http://www.ilfoglio.it/soloqui/9874
lunedì 25 luglio 2011
Solidarietà ai No Tav!
Tra venerdi e sabato alcuni attivisti e simpatizzanti autonomi nazionalisti hanno attaccato in Ivrea ed Eporediese alcuni striscioni per manifestare la propria solidarietà con la Comunità della Valsusa e con tutti i resistenti No Tav che si oppongono coraggiosamente alle imposizioni del sistema.
Comunità locali contro lobby del denaro, Libertà contro profitto, Ambiente contro pseudosviluppo forsennato, Passione contro repressione, la Tav altro non è che l'ennesima criminale manifestazione del progetto mondialista, a cui è giusto opporsi!
Contro le menzogne di cricche e oligarchie mondialiste, solidarietà ai resistenti No Tav!
Comunità locali contro lobby del denaro, Libertà contro profitto, Ambiente contro pseudosviluppo forsennato, Passione contro repressione, la Tav altro non è che l'ennesima criminale manifestazione del progetto mondialista, a cui è giusto opporsi!
Contro le menzogne di cricche e oligarchie mondialiste, solidarietà ai resistenti No Tav!
martedì 19 luglio 2011
SAS 30 - Urban Operation: militarizzazione totale!
Il “Rapporto Urban Operations in the Year 2020” redatto dalla RTO (Studies Analysis and Simulation Panel Group, SAS-030) descrive in maniera chiara come il sistema si stia preparando ad un futuro, in Europa, di disordini, sommosse e insorgenze sociali determinate dall'aggravarsi della crisi economica e dal crollo delle condizioni di vita. La cosa non ci stupisce più di tanto, visto che le oligarchie son ben consapevoli del disastro imminente, causato proprio dalle loro scelte (poco contrastate dalla base, purtroppo) in ottica puramente mondialista, e quindi si stanno attrezzando appositamente per cercare di contenere e reprimere le probabili esplosioni di malcontento e di rifiuto delle imposizioni dall'alto (si veda per la questione TAV), dato che una fetta crescente di popolazione locale si troverà in condizioni sempre peggiori, nel mentre gruppi ristretti di privilegiati disporranno di una quantità spaventosa di ricchezza.
Dal sito Disinformazione.it:
La RTO, l’Organizzazione per la Ricerca e la Tecnologia della NATO è il centro di convergenza delle attività di ricerche/tecnologiche (R&T) per la difesa in seno della NATO.
L’Operazione Terrestre o Operazione Urbana (UO-2020) all’orizzonte dell’anno 2020 è uno studio che esamina la natura probabile dei campi di battaglia, i tipi di forze terrestri le loro caratteristiche e capacità.
Lo studio ipotizza l’andamento della popolazione mondiale entro l’anno 2020. Entro questa data il 70% della popolazione mondiale vivrà all’interno di zone urbane.
Il numero delle persone nel mondo supererà i 7,5 miliardi e ciò sarà causa di una spaventosa crescita demografica nelle città e/o metropoli incrementando l’urbanizzazione, provocando povertà, scontri e tensioni sociali.
La necessità di una presenza (militare) massiccia e dominante, tanto morale quanto psicologica, spesso su periodi di tempo prolungati, resterà una caratteristica unica e persistente delle Operazioni Urbane. Questa necessità entrerà nel conflitto attraverso la domanda pressante da parte del mondo politico e del grande pubblico per azioni rapide, decisive e chirurgiche…
Ricapitolando:
- le guerre future saranno all’interno delle città;
- avremo eserciti lungo le strade (NATO o forze militari preposte);
- dal punto di vista psicologico sarà normalissimo avere militari armati in città;
- politici e cittadini richiederanno l’intervento dell’esercito;
- le forze militari utilizzeranno ogni sorta di arma (letale e “non-letale” ad alta energia);
- sommosse, scontri sociali, manifestazioni potranno essere sedate dall’esercito…
- stiamo andando verso la costituzione di uno “Stato militarizzato”.
Dal sito Disinformazione.it:
La RTO, l’Organizzazione per la Ricerca e la Tecnologia della NATO è il centro di convergenza delle attività di ricerche/tecnologiche (R&T) per la difesa in seno della NATO.
L’Operazione Terrestre o Operazione Urbana (UO-2020) all’orizzonte dell’anno 2020 è uno studio che esamina la natura probabile dei campi di battaglia, i tipi di forze terrestri le loro caratteristiche e capacità.
Lo studio ipotizza l’andamento della popolazione mondiale entro l’anno 2020. Entro questa data il 70% della popolazione mondiale vivrà all’interno di zone urbane.
Il numero delle persone nel mondo supererà i 7,5 miliardi e ciò sarà causa di una spaventosa crescita demografica nelle città e/o metropoli incrementando l’urbanizzazione, provocando povertà, scontri e tensioni sociali.
La necessità di una presenza (militare) massiccia e dominante, tanto morale quanto psicologica, spesso su periodi di tempo prolungati, resterà una caratteristica unica e persistente delle Operazioni Urbane. Questa necessità entrerà nel conflitto attraverso la domanda pressante da parte del mondo politico e del grande pubblico per azioni rapide, decisive e chirurgiche…
Ricapitolando:
- le guerre future saranno all’interno delle città;
- avremo eserciti lungo le strade (NATO o forze militari preposte);
- dal punto di vista psicologico sarà normalissimo avere militari armati in città;
- politici e cittadini richiederanno l’intervento dell’esercito;
- le forze militari utilizzeranno ogni sorta di arma (letale e “non-letale” ad alta energia);
- sommosse, scontri sociali, manifestazioni potranno essere sedate dall’esercito…
- stiamo andando verso la costituzione di uno “Stato militarizzato”.
giovedì 30 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
Battaglia in Val di Susa!
Solidarietà ai No Tav!
Un blitz scattato all'alba, con centinaia di uomini e mezzi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale, ha smantellato il presidio che i militanti No-Tav avevano realizzato nei boschi della Maddalena di Chiomonte (Torino), per impedire l'avvio dei lavori. Negli scontri ci sono stati oltre trenta feriti, ma nessuno in modo grave. «Abbiamo perso un round, non la guerra», ha commentato il leader dei No-Tav, Alberto Perino.
Il blitz è scattato da più punti, all'alba, subito dopo la chiusura al traffico dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia: le ruspe, scortate da decine di agenti, hanno abbattuto le barricate che i militanti avevano costruito per bloccare i punti di accesso alla Maddalena, in particolare alla Centrale Elettrica e all'altezza della galleria Ramats. C'è stato un fitto lancio di pietre, rami, tronchi di alberi e altri oggetti contro le pale meccaniche e gli agenti, che hanno lanciato decine di lacrimogeni. A quel punto i manifestanti sono fuggiti nei boschi, hanno devastato alcune vigne, si sono sistemati nella zona di un'area archeologica per poter continuare a lanciare pietre e altri oggetti da una posizione più favorevole, hanno dato fuoco a balle di paglia e cosparso la strada di chiodi a quattro punte e liquido oleoso.
Le ruspe hanno continuato a salire verso la Maddalena; altri lacrimogeni sono stati lanciati verso l'area centrale del presidio No-Tav; i manifestanti sono fuggiti di nuovo e l'area è stata consegnata all'impresa che avvierà i lavori. Fra forze dell'ordine e attiviti No-Tav non ci sono stati contatti diretti, ma 28 agenti sono rimasti feriti (23 sono stati medicati sul posto; cinque sono stati portati in ospedale a Torino), mentre quattro attivisti No-Tav si sono fatti medicare al posto di pronto soccorso allestito alla Maddalena. Molti attivisti sono stati intossicati dal fumo.
Il blitz è scattato da più punti, all'alba, subito dopo la chiusura al traffico dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia: le ruspe, scortate da decine di agenti, hanno abbattuto le barricate che i militanti avevano costruito per bloccare i punti di accesso alla Maddalena, in particolare alla Centrale Elettrica e all'altezza della galleria Ramats. C'è stato un fitto lancio di pietre, rami, tronchi di alberi e altri oggetti contro le pale meccaniche e gli agenti, che hanno lanciato decine di lacrimogeni. A quel punto i manifestanti sono fuggiti nei boschi, hanno devastato alcune vigne, si sono sistemati nella zona di un'area archeologica per poter continuare a lanciare pietre e altri oggetti da una posizione più favorevole, hanno dato fuoco a balle di paglia e cosparso la strada di chiodi a quattro punte e liquido oleoso.
Le ruspe hanno continuato a salire verso la Maddalena; altri lacrimogeni sono stati lanciati verso l'area centrale del presidio No-Tav; i manifestanti sono fuggiti di nuovo e l'area è stata consegnata all'impresa che avvierà i lavori. Fra forze dell'ordine e attiviti No-Tav non ci sono stati contatti diretti, ma 28 agenti sono rimasti feriti (23 sono stati medicati sul posto; cinque sono stati portati in ospedale a Torino), mentre quattro attivisti No-Tav si sono fatti medicare al posto di pronto soccorso allestito alla Maddalena. Molti attivisti sono stati intossicati dal fumo.
NO TAV!
venerdì 10 giugno 2011
Borghezio malmenato al Bilderberg
Ha cercato di assistere ai lavori del Gruppo Bildelberg, un incontro annuale per inviti e non ufficiale, ma è stato bloccato e «malmenato». Protagonista della brutta avventura l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio. Il politico piemontese avrebbe voluto assistere ai lavori del club esclusivo e invece al bureau d'ingresso dell'Hotel Suretta di St. Moritz, nonostante si fosse presentato e avesse mostrato il tesserino dell'Europarlamento è stato fermato dagli uomini del servizio di sicurezza dell'organismo. «Ci hanno letteralmente presi a spintoni», racconta Borghezio che era accompagnato dal suo assistente parlamentare. «Mi hanno dato anche un colpo sul naso che ora è sanguinante: è stata un'aggressione violentissima, mi hanno portato fuori di peso e per un miracolo non sono caduto».
Dopo l'incidente, il parlamentare è stato fermato dalla polizia svizzera. «Nulla da eccepire sul loro comportamento, sono stati gentilissimi, ma non riesco a capire perché se la siano presa con noi: ci hanno portato via come malviventi, perquisendo anche la nostra macchina , dove ovviamente no è stato trovato nulla». Borghezio è convinto che l'accaduto smascheri «la reale natura di questa consorteria: il club di Bildelber è una società segreta e non un gruppo di persone che si riuniscono in modo riservato. Chiediamo che chi decide sui destini del mondo lo faccia in modo trasparente», attacca l'europarlamentare, dicendosi pronto a presentare denuncia. «E voglio aggiungere che non mi sarebbe dispiaciuto che, in una tale situazione, avessi ricevuto una telefonata delle autorità italiane».
Dopo l'incidente, il parlamentare è stato fermato dalla polizia svizzera. «Nulla da eccepire sul loro comportamento, sono stati gentilissimi, ma non riesco a capire perché se la siano presa con noi: ci hanno portato via come malviventi, perquisendo anche la nostra macchina , dove ovviamente no è stato trovato nulla». Borghezio è convinto che l'accaduto smascheri «la reale natura di questa consorteria: il club di Bildelber è una società segreta e non un gruppo di persone che si riuniscono in modo riservato. Chiediamo che chi decide sui destini del mondo lo faccia in modo trasparente», attacca l'europarlamentare, dicendosi pronto a presentare denuncia. «E voglio aggiungere che non mi sarebbe dispiaciuto che, in una tale situazione, avessi ricevuto una telefonata delle autorità italiane».
Comunicato di solidarietà da parte dei Volontari Verdi canavesani:http://vvcanavese.blogspot.com/2011/06/solidarieta-borghezio-e-bastoni.html
giovedì 9 giugno 2011
Partito Democratico: militarizzare la Val di Susa!
Il Partito Democratico, a riconferma della sua aperta vocazione a favore delle potenti lobby che governano globalmente l’economia e la finanza, a Torino si è espresso per la militarizzazione della Valle di Susa, proponendo che l'esercito presidi quel territorio e che il luogo in cui deve sorgere il cantiere diventi sito strategico quindi vietato a chicchessia!
Criminalizzazione del dissenso e militarizzazione del territorio: è questo il modo in cui tali ‘democratici’ intendono affrontare eventuali opposizioni locali e resistenze contro il business e le imposizioni dall’alto! Una utile lezione per il futuro che ci aspetta quando questi figuri saranno al governo!
Criminalizzazione del dissenso e militarizzazione del territorio: è questo il modo in cui tali ‘democratici’ intendono affrontare eventuali opposizioni locali e resistenze contro il business e le imposizioni dall’alto! Una utile lezione per il futuro che ci aspetta quando questi figuri saranno al governo!
mercoledì 1 giugno 2011
Non farti portare via l'acqua: VOTA SI!
Mobilitarsi tutti contro la privatizzazione dell'acqua e sostenere così le ragioni del "si" ai due referendum per l'abolizione delle norme che permettono ai privati di gestire l'acqua pubblica!
Sete di profitto - Le banche mettono le mani sull’acqua
Il mondo della finanza, istituti di credito in testa, non si lascerà sfuggire l’occasione d’oro offerta dal governo, che ha dato vita ad una privatizzazione forzata del comparto idrico. Che dovrà concludersi entro il 2015.Sete di profitto - Le banche mettono le mani sull’acqua
Manovre che segnalano gli appetiti del mondo creditizio verso un boccone troppo ghiotto per farselo sfuggire, specie in periodi di vacche magre. E il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, lo ha offerto su un piatto d’argento con un decreto del 2009, poi convertito in legge, avviando una vera e propria privatizzazione forzata del comparto. Infatti entro il 2015 i comuni dovranno scendere al 30% nelle società quotate in Borsa (al 40% entro giugno 2013), mentre nelle aziende a totale capitale pubblico l’azionista privato dovrà salire al 40% entro quest’anno. In caso contrario scatta l’obbligo di gara per l’affidamento del servizio.
Una rivoluzione per il settore, che riverserà in Borsa partecipazioni per oltre due miliardi di euro nei prossimi tre anni e mezzo, rimettendo in gioco gli attuali assetti proprietari. Sempre che il referendum non rovini la festa!
domenica 29 maggio 2011
martedì 24 maggio 2011
Fincantieri, 3 feriti in scontri tra operai e polizia a Genova
GENOVA (Reuters) - Tre persone sono rimaste ferite oggi negli scontri tra le forze dell'ordine e i lavoratori di Fincantieri, dopo che il gruppo navale ha annunciato un piano industriale che prevede oltre 2.000 esuberi e la chiusura di tre stabilimenti!
Un gruppo di operai sta manifestando davanti alla prefettura di Genova e nei tafferugli con la polizia sono rimaste ferite tre persone, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, che hanno anche parlato di infiltrati dei centri sociali nella manifestazione.
Un gruppo di dipendenti dello stabilimento di Riva Trigoso sta bloccando invece il traffico sull'A12 al casello di Sestri Levante.
I sindacalisti, al termine di un incontro con il prefetto Francesco Musolino, hanno chiesto un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, mentre in una nota, il ministero dello Sviluppo economico ha annunciato che i vertici di Fincantieri e i sindacati saranno convocati il prossimo 3 giugno per fare il punto "sul piano di riorganizzazione industriale reso noto dalla società". .
"Ci hanno fatto parlare (con il ministro Paolo) Romani, che ci ha detto che non si chiude niente. Ma noi vogliamo incontrare Berlusconi", ha detto Bruno Manganaro della Fiom.
Il piano industriale di Fincantieri -- azienda pubblica controllata dal ministero dell'Economia attraverso Fintecna -- prevede 2.551 esuberi e la chiusura dei cantieri di Sestri Ponente, Riva Trigoso e Castellamare di Stabia, dove nella notte i lavoratori hanno fatto irruzione in Comune.
"E' impensabile che venga attuato un simile piano industriale da parte di Fincantieri", dice il ligure Sandro Biasotti, deputato del Pdl.
Il leader del Pd Pierluigi Bersani sostiene che è "una questione industriale così rilevante e con il rischio di possibili, drammatiche ricadute sull'occupazione non può essere ignorata da chi ha responsabilità di governo".
Il ministro Romani ha spiegato ieri che "è fondamentale che, fino a quando non saranno attuati concreti e condivisi progetti di riconversione industriale, i piani di chiusura degli stabilimenti non diventino operativi".
Un gruppo di operai sta manifestando davanti alla prefettura di Genova e nei tafferugli con la polizia sono rimaste ferite tre persone, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, che hanno anche parlato di infiltrati dei centri sociali nella manifestazione.
Un gruppo di dipendenti dello stabilimento di Riva Trigoso sta bloccando invece il traffico sull'A12 al casello di Sestri Levante.
I sindacalisti, al termine di un incontro con il prefetto Francesco Musolino, hanno chiesto un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, mentre in una nota, il ministero dello Sviluppo economico ha annunciato che i vertici di Fincantieri e i sindacati saranno convocati il prossimo 3 giugno per fare il punto "sul piano di riorganizzazione industriale reso noto dalla società". .
"Ci hanno fatto parlare (con il ministro Paolo) Romani, che ci ha detto che non si chiude niente. Ma noi vogliamo incontrare Berlusconi", ha detto Bruno Manganaro della Fiom.
Il piano industriale di Fincantieri -- azienda pubblica controllata dal ministero dell'Economia attraverso Fintecna -- prevede 2.551 esuberi e la chiusura dei cantieri di Sestri Ponente, Riva Trigoso e Castellamare di Stabia, dove nella notte i lavoratori hanno fatto irruzione in Comune.
"E' impensabile che venga attuato un simile piano industriale da parte di Fincantieri", dice il ligure Sandro Biasotti, deputato del Pdl.
Il leader del Pd Pierluigi Bersani sostiene che è "una questione industriale così rilevante e con il rischio di possibili, drammatiche ricadute sull'occupazione non può essere ignorata da chi ha responsabilità di governo".
Il ministro Romani ha spiegato ieri che "è fondamentale che, fino a quando non saranno attuati concreti e condivisi progetti di riconversione industriale, i piani di chiusura degli stabilimenti non diventino operativi".
BASTA CON LE CHIUSURE,
BASTA CON LE DELOCALIZZAZIONI!
E' TEMPO DI DAZI E RILOCALIZZAZIONI!
SOLIDARIETA' AI LAVORATORI IN LOTTA!
lunedì 23 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
UNITED AGAINST GLOBALISATION
Saturday the 18 th of June we will make a stand against the destructive Globalisation. A stand against the unification of the world at the expense of the multitude of peoples and cultures that have been around our planet since the beginning of times. A stand against the Globalisation that leads to the complete destruction of the natural order within worldwide societies.
In recent decades we see an ever-increasing Globalisation. It’s an imperialistic process which affects every people on earth. The Liberal-Capitalist model and the free market economics are spread to almost every corner of our world. It’s a totalitarian system in which economics – production and consumption – is elevated to the highest goal in life. It’s a system which oppresses peoples worldwide and destroys their ancient cultural traditions in its constant pursuit for a “world-citizen”. A “world-citizen” without a soul who only wears Nike clothing, listens to IPods, watches TV, eats McDonalds and drinks Coca Cola.
The creation of the European Union has led to the fact that our people are affected in their sovereignty. Our land is no longer governed by our own people but by the policy makers in Brussels, who sold out their soul to the international capital which rules the world through supranational institutions. The one who rules the world economics, rules the world.
We, Nationalists, are the only ones who can turn the tide. Where Globalists just like other imperialists justify themselves with “universal” internationalist values, Nationalists justify themselves with blood and soil. We strive for a just world in which every people has the fundamental right to self-determination and individuality. We reject Globalism out of respect for the diversity of people and cultures worldwide and therefore we reject every form of internationalism and imperialism.
Where Leftist Marxists strive for a Leftwing-Globalism by replacing the Liberal-Capitalist imperialism for a Communist imperialism, we offer a true solution. We advocate a world of independent and free people. Free people who have the right of self-determination of their own destiny. For that reason we reject destructive imperialist philosophies that strive for Globalisation and force their “universal” values to every people on the planet.
We call out to support our demands on Saturday the 18 th of June! Demonstrate with us and make a stand against Globalisation!
In recent decades we see an ever-increasing Globalisation. It’s an imperialistic process which affects every people on earth. The Liberal-Capitalist model and the free market economics are spread to almost every corner of our world. It’s a totalitarian system in which economics – production and consumption – is elevated to the highest goal in life. It’s a system which oppresses peoples worldwide and destroys their ancient cultural traditions in its constant pursuit for a “world-citizen”. A “world-citizen” without a soul who only wears Nike clothing, listens to IPods, watches TV, eats McDonalds and drinks Coca Cola.
The creation of the European Union has led to the fact that our people are affected in their sovereignty. Our land is no longer governed by our own people but by the policy makers in Brussels, who sold out their soul to the international capital which rules the world through supranational institutions. The one who rules the world economics, rules the world.
We, Nationalists, are the only ones who can turn the tide. Where Globalists just like other imperialists justify themselves with “universal” internationalist values, Nationalists justify themselves with blood and soil. We strive for a just world in which every people has the fundamental right to self-determination and individuality. We reject Globalism out of respect for the diversity of people and cultures worldwide and therefore we reject every form of internationalism and imperialism.
Where Leftist Marxists strive for a Leftwing-Globalism by replacing the Liberal-Capitalist imperialism for a Communist imperialism, we offer a true solution. We advocate a world of independent and free people. Free people who have the right of self-determination of their own destiny. For that reason we reject destructive imperialist philosophies that strive for Globalisation and force their “universal” values to every people on the planet.
We call out to support our demands on Saturday the 18 th of June! Demonstrate with us and make a stand against Globalisation!
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