Il
continuo aggravarsi delle condizioni economico-sociali in Italia e in molti
paesi europei CI conferma che quello a cui stiamo assistendo non è la
‘classica’ crisi passeggera, ma bensì che ci troviamo di fronte ad una nuova
REALTA’ STRUTTURALE che, oltre ad aggravarsi progressivamente, durerà parecchi
decenni.
Siamo
quindi condannati ad un futuro fatto di DISOCCUPAZIONE DI MASSA, PRECARIETA’, DISUGUGLIANZE
SOCIALI, INGIUSTIZIE CRESCENTI!
Paradossalmente,
tutto ciò non sembra interessare più di tanto i diretti interessati, ossia tutti
quei cittadini non-privilegiati che subiscono massicciamente le politiche
capitaliste, mentre il sistema continua a godere di un ampio consenso!
Come
mai questa passività? Le ricette economiche e sociali dominanti (tagli,
privatizzazioni, flessibilità, precarietà, sostegno e incentivi ai ricchi,
americanizzazione degli stili di vita), sempre le stesse da decenni, hanno
ampiamente dimostrato quanto fallaci e menzognere siano le altisonanti promesse
di progresso e prosperità per tutti previste dai globalizzatori capitalisti, ma
gli strateghi neoliberisti sono riusciti nell’impresa di spingere le masse a
pensare che non ci sia nessuna alternativa al sistema capitalista!
Attraverso
la ‘promessa dell’opulenza’ le oligarchie capitaliste mondialiste sono riuscite
in un’impresa a dir poco titanica: allineare le masse, attraverso i desideri di
possesso e di consumo e facendo leva sull’avidità e i bassi istinti, agli
interessi delle ristrette élites che dirigono il gioco, imponendo di fatto i
propri schemi sociali e mentali.
Fin
dai primi anni ’70, quando la Commissione Trilaterale approntava nuove
strategie di ‘domesticazione sociale’ attraverso follie quali l’abbondanza
fittizia di merci inutili e la ‘costruzione di situazioni’ per indurre
all’apatia sociale, è in atto un vero e proprio processo di EGEMONIA CULTURALE confacente
al mantenimento dello status quo presente!
‘Egemonia
culturale’ è un concetto formulato da Antonio Gramsci che descrive il ‘dominio
culturale’ di un gruppo o di una classe che «sia in grado di imporre ad altri
gruppi, attraverso pratiche quotidiane e credenze condivise, i propri punti di
vista fino alla loro interiorizzazione, creando i presupposti per un complesso
sistema di controllo».
Come
ci dice Giuseppe Cadetto (su Diorama nr.308) “l’ideologia neoliberista ha
penetrato ogni ambito della società fino a modificare la stessa natura
antropologica delle persone. Il suo successo è il frutto di una lunga serie di
fatti che hanno dato vita nel mondo ad un’egemonia culturale che potremmo
definire di tipo gramsciano, ma a parti capovolte rispetto alle attese di chi
aveva formulato il concetto, perché è stato il ceto oligarchico neoliberale ad
imporre i propri valori e la propria ideologia alle classi popolari, svuotando
di significato le istituzioni rappresentative democratiche, non più in grado di
recepire e rappresentare le esigenze dei ceti subalterni”.