mercoledì 30 giugno 2010

G20 a Toronto

G20 a Toronto, ennesimo show capitalista fatto su misura per i capitalisti.
Il vertice si è infatti chiuso con nessun accordo sull’idea di imporre una nuova tassa a carico delle banche, per farle contribuire ai costi derivanti dai rischi e dai disastri che creano sull’economia globale.
E mentre la proposta di tassare le banche è stata affossata, l'ipotesi di una tassa sulle transazioni finanziarie non è stata nemmeno presa in considerazione nella dichiarazione finale del vertice. Grande vittoria degli speculatori globali quindi, che potranno continuare indisturbati e a costo zero a trafficare in tutto il mondo e a macinare profitti senza dover mai pagare i costi dei disastri che creano!
Gli Stati Uniti del ‘messia mondialista’ Obama hanno guidato la schiera dei paesi contrari a tassare gli istituti di credito (tra cui, purtroppo, l’Italia), dimostrando ancora una volta che i costi tremendi delle crisi create dall’avidità di pochi devono essere pagati unicamente dai comuni cittadini.
In aggiunta a tutto ciò il documento conclusivo del vertice ha anche ribadito l’opposizione totale a forme di protezione come i dazi doganali.
Ovviamente, è interesse di economie aggressive come Cina o Brasile (e degli affaristi europei ed americani che speculano massicciamente su tali traffici) far si che le nazioni dove riversano le loro merci a basso costo non innalzino barriere per proteggere le industrie (e i lavoratori) nazionali. Nessun interesse invece, da parte dei ‘grandi’ del G20, per i disoccupati europei…





venerdì 25 giugno 2010

Crescono ancora i livelli di disoccupazione

Ennesima prova degli immensi 'benefici' portati ai cittadini italiani dalla globalizzazione e dal mondialismo: il tasso di disoccupazione nel primo trimestre 2010 e' salito al 9,1% (dato non destagionalizzato) dal 7,9% dello stesso periodo del 2009. Si tratta del livello piu' alto dal 1/o trimestre 2005. Lo rileva l'Istat. E' il livello piu' alto rispetto a un dato destagionalizzato dal 3/o trimestre 2003. L'occupazione nel 1/o trimestre 2010 e' diminuita di 208mila unita' rispetto allo stesso periodo 2009 mentre il numero di persone in cerca di occupazione ha raggiunto i 2,273 mln, +14,7% sul 2009.

lunedì 21 giugno 2010

La pianificazione dell'oppressione?

Inquietante notizia apparsa questi giorni su pochi giornali (sembra quasi che cercassero di tenerla nascosta): il 26 aprile scorso il Consiglio per gli affari generali del Consiglio dell'Unione europea SENZA DIBATTITO ha dato il suo consenso alle conclusioni «sull'uso di uno strumento standardizzato, multidimensionale e semistrutturato per la raccolta di dati e informazioni sui processi di radicalizzazione nell'Ue» (per leggere bene tutta la notizia: http://rete-eco.it/it/approfondimenti/europa-usa-etc/14257-un-grande-fratello-europeo-per-spiare-i-no-global.html ).
All'opera il Consiglio dell'Unione europea, noto anche come Consiglio dei Ministri Europei, che è - insieme al Parlamento europeo - il ramo legislativo dell'Unione europea ( http://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_dell ).
Come leggiamo, con l'adozione di tale strumento si permetterà la messa sotto osservazione in tutta l'Unione europea di TUTTE le persone considerate «radicali». Chiunque, quindi, verrà bollato (da chi?) come 'radicale', perchè magari contrario alla deriva antidemocratica e oligarchica che purtroppo sta prendendo questo tipo di Europa, sarà sorvegliato ma pure interrogato e, e qui siamo al delirio, detenuto!
Per cominciare, viene chiesto a Europol (l’agenzia incaricata dell’applicazione della legge dell’Unione europea con l’obiettivo di contribuire a fare dell’Europa 'un luogo più sicuro'!!!) di "creare delle liste di coloro che sono coinvolti nel radicalizzare/reclutare o nel trasmettere messaggi radicalizzanti, e di prendere delle misure adeguate".
Nel documento dettagliato (e segreto) si dice esplicitamente che sotto mira finiranno tutte le persone che esprimono opinioni collocabili in un'area ideologica «di estrema destra /sinistra, islamista, nazionalista, antiglobalizzazione ecc...».
Insomma, una schedatura di massa per tutti i dissidenti o ritenuti tali (e, ripetiamo, sarebbe interessante sapere CHI deciderà chi può essere considerato un 'radicale' e per quali motivi), per chi terrà un blog (come questo) che dissente da un futuro di povertà e di disperazione che aspetta larghi strati della popolazione europea (ossia chiunque non rientri nelle classi di privilegiati), per chi rifiuterà le catene imposte dall'alto, per chi non è d'accordo con chi comanda, con i Signori del Mondo, per chi esprimerà liberamente il suo Pensiero.
Tale iniziativa (consigliata da qualcuno? Sarebbe interessante saperlo...) getta un'ombra oscura sul futuro dell'Europa. Le oligarchie stanno preparandosi alla repressione in vista di qualcosa che dovrà accadere?

venerdì 18 giugno 2010

SMALL PEOPLE, gente di poco conto

Carl-Henric Svanberg, direttore della British Petroleum uscendo dall'incontro con il presidente americano con cui aveva discusso della marea nera nel golfo del Messico, in una intervista ha sbottato sulle persone che abitano nelle zone inquinate dal petrolio etichettandolo come ‘small people’, gente di poco conto ("Sento dire talvolta che le grandi compagnie petrolifere sono aziende avide e senza scrupoli. Ma questo non e' il caso della Bp. Noi ci preoccupiamo della gente di poco conto").
Anche se la stampa ha definito il tutto una ’gaffe’, l’insulso personaggio, un tecnocrate avido e arrogante, un membro dell’oligarchia globale, pagato milioni di sterline l’anno, non ha fatto altro che esporre chiaramente il pensiero che il Potere mondialista ha delle persone ‘comuni’ (alla faccia della presunta uguaglianza di cui tanto si fa vanto, arrivando anche a condurre guerre in mezzo mondo, il sistema in cui viviamo).
Queste sono le persone che hanno il potere nella nostra società, quelli che tirano le fila!
Questo è quello che pensano di tutti gli altri, numeri non esseri viventi, buoni solo a consumare e degni solo di essere disprezzati da ‘quelli che contano’, da quelli che stanno distruggendo il nostro Mondo in nome del profitto, dei soldi. Questo è il vero, sporco volto del capitalismo!

lunedì 7 giugno 2010

Un futuro da incubo

Agghiacciante rapporto presentato dal Censis su come sarà la società italiana tra 20 anni. E' l'Italia del 2030 che emerge dalle proiezioni del Censis nel convegno "Come staremo al mondo?", che apre il tradizionale "Mese di sociale" dell'Istituto di studi sociali.
I risultati emersi dalla ricerca fanno rabbrividire e mostrano un Paese allo sbando al centro-nord e spopolato e poverissimo al sud. Spariscono i giovani e la società sarà composta in maggioranza da ultra 65enni.
Ovviamente, non è possibile non notare che la direzione politica, economica e sociale assunta negli ultimi 20 anni, improntata ad un modello mondialista e turbocapitalista, non lascia molte speranze.
Per riuscire a reggere, il tasso di occupazione dovrebbe salire dall'attuale 57,5% al 60,1% nel 2030. Se invece volessimo raggiungere l'obiettivo previsto dalla strategia di Lisbona (una quota di occupati del 70 per cento tra la popolazione di 15-64 anni) bisognerebbe creare 480.000 nuovi posti di lavoro l'anno per i prossimi dieci anni. Tenendo conto delle dinamiche turbocapitaliste che dominano la nostra società, incentrate su delocalizzazioni massiccie di industrie, sulla riduzione della forza lavoro, sull’importazione massiccia di beni (e in misura crescente anche si servizi. Si guardi per i call center) e sulla precarietà dilagante, non ci sembra che si possa essere molto ottimisti…
Insomma, l’ennesimo campanello d’allarme (che sicuramente rimarrà inascoltato) sul futuro da incubo che si prospetta nel caso non si opti rapidamente per un modello diverso da quello capitalista/mondialista. Bisogna cambiare strada!