venerdì 31 agosto 2012

BOOM per disoccupazione e precarietà!

Sono 'nerissimi' i dati che giungono dal Fronte Lavoro: secondo i dati Istat è boom per la disoccupazione in Italia (anche se le fonti ufficiali e i media cercano di nascondere la cosa cercando di parlare solo di 'disoccupazione giovanile', come se non esistessero disoccupati over 30!), a luglio si tocca il 10,5%. Nel complesso i senza lavoro sono 2 milioni 764mila, mentre le persone in cerca di occupazione sono cresciute del 33,6%, di 695mila unità.
Oltre alla disoccupazione, cresce pure la precarietà, sempre mascherata da 'flessibilità': nel secondo trimestre 2012 i lavoratori dipendenti 'a termine' sono 2 milioni 455 mila, il livello più alto dal secondo trimestre del 1993 (inizio serie storiche). Sommando i collaboratori (462 mila) si arriva a quasi tre milioni di lavoratori precari!
Queste cifre dimostrano per l'ennesima volta il fallimento delle ricette neoliberiste e del modello di sviluppo globalista, che in Italia ed Europa ha portato solo povertà e disperazione. L'inversione radicale di rotta, la fuoriuscita dalle logiche turbocapitaliste, è e rimane l'UNICA soluzione per evitare di sprofondare nel baratro in cui ci stanno gettando le elites mondialiste!  


venerdì 24 agosto 2012

L'evidente insostenibilità del sistema capitalista!

Il pianeta Terra è ‘in rosso’ di risorse! Il Global Overshoot Day è arrivato il 22 agosto: i beni naturali del pianeta Terra per il 2012 sono finiti. Le risorse che l'uomo avrebbe dovuto consumare in 365 giorni le ha esaurite in appena 234. Il debito ecologico della Terra, concetto introdotto dalla New Economics Foundation, indica il rapporto tra la biocapacità globale, cioè le risorse naturali che la Terra genera ogni anno, e l'impronta ecologica, cioè la quantità di risorse e servizi che l'umanità richiede. Un rapporto che nel 2012 è arrivato a 1,5: la Terra 'fabbrica' un pesce o un albero, l'uomo gliene chiede uno e mezzo. Il debito non poteva che arrivare prima della scadenza!
Mathis Wackernagel, della Global Footprint Network, ha spiegato: "Il giorno della resa dei conti è arrivato. Nel corso degli ultimi 50 anno il deficit ecologico sta crescendo in modo esponenziale. Il degrado dell'ambiente naturale, poi, porta inevitabilmente a una riduzione della superficie produttiva e il nostro debito aumenta, condannando le generazioni future".
La questione sta nel modello di consumo sempre più insostenibile che è alla base dello ‘sviluppismo’ ideologico turbocapitalista (che si sta diffondendo su tutto il pianeta attraverso la globalizzazione): se tutti vivessimo secondo l’impronta ecologica del modello capitalista di pianeti Terra ne servirebbero ben di più. Ad esempio se tutti vivessero come negli Stati Uniti (un sistema basato su una vita egoisticamente smodata per permettere a persone smodate una vita di lusso smodato, basato sul consumo senza ritegno, in completa disarmonia con la Natura) i pianeti necessari sarebbero 4,16!
E’ sempre più evidente (anche se siamo piuttosto scettici sulla volontà di voler cambiare delle persone: apatia, rassegnazione e collusione con i dettami capitalisti sembrano dominare, in un mondo dove ognuno pensa unicamente a se stesso e al proprio piccolo tornaconto personale) la necessità di arrivare ad una Rivoluzione che spazzi via l’ideologia capitalista-mondialista e i suoi frutti avvelenati! Superare tale sistema criminale e insostenibile è ormai una priorità fondamentale!

domenica 19 agosto 2012

ANTIKRIEGSTAG 2012

ANTIKRIEGSTAG demo - Dortmund, 1st September 2012.
It is that capitalism and its supporters and advocates that are unremittingly trying to expand their power and global influence by economic and military aggressions. Peoples, cultures and nations that have grown in millennia are reduced to debris and ashes if they get in the way of the insatiable greed of ever larger, evermore standardized markets and evermore favorable labor, which is inherent in capitalist thought. After their destruction, the states are rebuilt for the purpose of the international financial powers – not as sovereign people’s states but as unfree slave colonies of the world economy.
This prime cause of all misfortunes in the world today and also and especially of our own peoples has to be abolished by all means. For as long as the fundamental evils of capitalism are not fought to the roots, our whole struggle for a better future will only turn out to be a combat against effects and consequences, not against the reason itself.

Against Imperialist War-Mongering and Wars of Aggression!

mercoledì 8 agosto 2012

A RISCHIO IL FUTURO DELL'INDUSTRIA ITALIANA

La crisi economica "è molto pesante" e rischia di alimentare tensioni sociali in autunno, secondo il ministro del Welfare Elsa Fornero: "L'autunno non sarà facile, la crisi è molto pesante e METTE A RISCHIO IL FUTURO DELL'INDUSTRIA. Sull'industria possiamo e dobbiamo puntare", ha detto il ministro nel corso di una trasmissione radiofonica.
Ieri Istat ha diffuso i dati sul Pil del secondo trimestre, sceso del 2,5% su base annua, il risultato peggiore dal quarto trimestre del 2009.
Incredibile ma vero, l'ineffabile ministro si rende conto solo ora, dopo oltre 20 anni di ricette turbocapitaliste, globalizzazione coatta e delocalizzazioni criminali, con la 'fuga' di migliaia di piccole, medie e grosse aziende all'estero e relativa chiusura di impianti produttivi sul territorio nazionale (e realtiva perdita di migliaia di posti di lavoro!). E più spesso di quello che si crede, superando la cortina di menzogne create dalla propaganda mondialista, non si tratta di fabbriche in crisi, ma di aziende (spesso di proprietà di multinazionali) che, pur avendo i bilanci in attivo vogliono aumentare i margini di profitto. Naturalmente, a farne le spese sono l'Italia e i lavoratori italiani!
Alla fin fine, passano gli anni ma la questione è e rimane sempre la stessa: la globalizzazione capitalista è un crimine contro i cittadini italiani ed europei, fonte unicamente di disoccupazione, divari crescenti, povertà, macelleria e ingiustizie sociali!
E sarebbe l'ora di cominciare a inserire forti misure per evitare chiusure e delocalizzazioni di impinati produttivi e i conseguenti tagli all’occupazione, a cominciare dall'istituzione di pesanti dazi doganali per i prodotti che vengono dall'estero!

lunedì 6 agosto 2012

La Comunità Europea vieta le sementi tradizionali!

Alla faccia della «libera circolazione di uomini, merci e capitali», dogma che viene sempre usato per colpire i Diritti dei cittadini, questa volta, in nome dei profitti delle grosse corporation, con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia della UE ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Queste piante hanno nutrito la popolazione europea da millenni. Ma è questo il nucleo di «progressismo» (di stampo turbocapitalista) che è la dottrina ufficiale del potere eurocratico: l'esperienza plurimillenaria che l'umanità si è tramandata (la «tradizione») non conta nulla, non è che tenebra e sospetta superstizione; l'ultima parola cui dar fiducia, in fatto disementi, è quella della «scienza», qual è rappresentata da Monsanto, Syngenta e le relative lobbies da queste pagate). È il bello della nuova forma di governo, la tecnocrazia pan-europea, che sta sostituendo i governi eletti dopo averli esautorati, resi irresponsabili e privati della sovranità nelle decisioni che contano.
Per intanto, la drastica riduzione delle varietà e la preferenza date alle artificiali che questa sentenza porta, non solo ridurrà ancor più la biodiversità, ma priverà l'alimentazione degli europei delle 15-30 mila sostanze (se ne scoprono di continuo di nuove) immuno-attivanti, anti-ossidanti, coenzimatiche, essenziali per la salute umana che si trovano nelle verdure e frutta naturali.