domenica 12 settembre 2010

Insicurezza socio-economica

Pubblichiamo alcuni stralci di un'interessante intervista al sociologo Luciano Gallino in seguito alle contestazioni a Torino contro Bonanni:

Nessun paragone con gli anni ’70, ma il malumore è diffuso, e potremmo assistere a un autunno caldo dopo le contestazioni di questi giorni. E’ l’opinione del professor Luciano Gallino, sociologo torinese, uno dei maggiori esperti delle dinamiche sociali del nostro Paese. Con un colpevole: la politica degli ultimi 20 anni.
Il dibattito è aperto, e qualcuno paragona quanto stiamo vivendo con gli anni ’70. Cosa ne pensa?
«Nell’insieme siamo lontani dalle manifestazioni e dagli scontri degli anni ’70, che videro decine di migliaia di persone mobilitarsi. Ciò non significa che la situazione non presenti incognite.
Le tensioni sociali stanno crescendo, non si può escludere che ci sia una recrudescenza, che le contestazioni poi vadano in una certa direzione. Se la crisi continua ad aggravarsi, i disoccupati aumentano, le richieste delle imprese in quanto a restrizione dei diritti e condizioni di lavoro più pesanti proseguono, non si può escludere che la situazione peggiori. Però chi stabilisce paragoni con gli anni ’70 non è informato, oppure non c’era».
Malessere diffuso. Da cosa nasce?
Le famiglie vedono compromesso il destino dei propri figli. Le cause vanno al di là dei soldi, si tratta di malessere e di risentimento. Il termine tecnico è insicurezza socio-economica, perché nessuno sa più se fra tre mesi o tra un anno avrà ancora un lavoro per sé e per i propri figli.
In tutto questo quante e quali colpe ha la politica?
«La politica sembra guardare da un’altra parte, oppure non ha capito. Ha gravissime responsabilità. Da un lato perché ha contribuito a creare le premesse della disoccupazione con la flessibilità selvaggia del lavoro, costringendo milioni di giovani a trovare ora solo impieghi a breve termine. E mi riferisco alle politiche del lavoro degli ultimi 20 anni. Non c’è un’azione di sostegno al reddito, oltre a piani per creare nuove possibilità di occupazione».
Sostegno al reddito in che modo?
«Come prima cosa non esiste una discussione pubblica su un qualcosa che somigli a un reddito garantito, uno dei mezzi per sostenere chi cerca lavoro. In Francia, per fare un esempio, chi cerca lavoro fino a 26 anni è sostenuto con un reddito di solidarietà. Noi abbiamo ammortizzatori ma solo per chi ha perso il lavoro oppure è in cassa integrazione, e non può bastare».
E il ruolo dei sindacati?
«Nell’insieme sono presenti due fatti: i sindacati hanno perso i partiti di riferimento, e un sindacato forte, checché se ne dica, ha sempre avuto un partito di riferimento, da noi come all’estero. Poi i sindacati hanno da fare con decine di migliaia di aziende in crisi, e cercano di salvare il salvabile, farlo oggi è un lavoro durissimo. I sindacati sono stati indeboliti».
Gli episodi di contestazione alla festa del Pd a Torino, prima quella a Dell’Utri. Lei pensa che ci siano delle regie dietro alla mobilitazione? E infine, cosa dobbiamo aspettarci?
«No, escluso che ci siano regie. Prima di tutto non è una grossa mobilitazione quando 2-300 persone decidono di andare a fare una contestazione. E comunque è diverso quanto accaduto con Dell’Utri, e quanto invece alla festa del Pd: ci sono motivazioni ben diverse. Il clima però è questo, è molto probabile che assisteremo ad altri disordini».


Fonte: http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2010/09/10/VA4VM_RA203.html

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